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editor Fabio Bonacina

27143 news from 8/3/2003

Ieri l’avvio di “raccomandata1” in quattro delle cinque sedi previste. Anche in questo caso, niente cartevalori, ma una impronta di affrancatura molto spartana

Anche in Vaticano è disponibile il nuovo servizio: la stampata presente sulla ricevuta
Anche in Vaticano è disponibile il nuovo servizio: la stampata presente sulla ricevuta

Come tutte le cose nuove, specie quelle elettroniche, l’avvio si è rivelato un po’ sofferto, ma c’è stato. Perlomeno in quattro dei cinque punti previsti. Da ieri “raccomandata1” è una realtà pure in Vaticano. Operativa nella sede centrale, nelle succursali all’arco delle Campane e alla Guardia svizzera, all’ufficio postale mobile collocato in piazza San Pietro. Non agli sportelli dei Musei, pare per problemi di hardware.

Pochissimi i plichi che risultano partiti, anche perché la promozione è iniziata ora. Il sito internet è stato aggiornato nelle ultime ore, cui si aggiungono due tipi differenti di depliant in fotocopia (in uno si presenta come gratuita la “prova di consegna” -cioè la ricevuta di ritorno- ma la promozione non risulta poi realtà).

Anche in questo caso -precisano le condizioni generali di contratto- “non è consentito l’utilizzo dei francobolli”. Mentre Poste italiane motiva la scelta volendo separare il servizio universale dal resto delle prestazioni, quelle vaticane -che pure, per concretizzare il supporto, si appoggiano alla società guidata da Massimo Sarmi- preferiscono dare un’altra motivazione. Il Governatorato, infatti, vorrebbe riunire tutte le operazioni contabili, anche quelle minime, in procedure omogenee e meglio gestibili. Al posto delle tradizionali cartevalori, un’impronta spartana che ricorda vagamente posta target e “tp label”, ma senza codici a due o tre dimensioni, quest’ultima opzione per ora accantonata.

L’apparecchiatura computerizzata per pesare il plico e registrare i dati è collegata ad una stampante che rilascia tre etichette. Una viene applicata sull’invio e si mostra particolarmente semplice: vi spiccano il marchio della prestazione, il testo “Poste vaticane” con il logo e un codice (nel caso della spedizione civetta effettuata da “Vaccari news” 66/JE/2011); mancano però l’importo pagato e soprattutto la data di partenza, cosa che rende difficile capire se i tempi promessi sono stati rispettati. I restanti adesivi (completi di marchio, costo, data ed orario, peso, formato e ancora stringa alfanumerica) sono incollati sul modulo che rimane agli atti e su quello dato come ricevuta allo speditore. Tale formulario è in tre copie a ricalco; l’ultima, che arriva al destinatario, è l’unica ad essere intestata a Poste italiane.

Le tariffe risultano le stesse adottate dal Bel Paese: variano tra 6,00 euro (plichi fino a 250 grammi), 9,00 (fino a un chilo) e 12,00 (fino a due chili oppure fuori standard); con altri 3,00 euro si può richiedere la “prova di consegna”, che Poste italiane recapita al mittente senza far tornare la cartolina in Vaticano. Non previsto, almeno per ora, il contrassegno. Come per la versione tricolore, è possibile monitorare il viaggio attraverso il sito di Poste italiane, eventualmente inserendo nella schermata numero di cellulare o e-mail per avere il riscontro del suo completamento.

L’introduzione della raccomandata veloce, che a determinate condizioni dovrebbe giungere al destinatario il giorno successivo, ha permesso -insieme alla posta espressa, garantita dall’8 giugno 2009- di ampliare la gamma delle offerte.

Aggiornamento del 5 gennaio 2011: sull’impronta di affrancatura arrivano le precisazioni ufficiali. Poste italiane, considerandolo grosso utente, non ha richiesto al Vaticano di inserire ulteriori dettagli. In ogni caso, è stato deciso di integrare il programma elettronico affinché il giorno di partenza venga indicato automaticamente; fino a quando il software non sarà modificato, agli sportelli verrà applicato a mano il bollo a data. Quanto all’importo pagato, “questa non è un’informazione che il destinatario debba necessariamente conoscere”.

La fase di codifica e la stampa delle etichette. Sotto, una delle buste spedite ieri e arrivate oggi: da notare l'impronta di affrancatura, senza importo né data in chiaro, ma solo un codice che caratterizza l'invio (nel caso specifico 66/JE/2011); l'annullo è stato applicato dall'ufficio di destinazione
La fase di codifica e la stampa delle etichette. Sotto, una delle buste spedite ieri e arrivate oggi: da notare l'impronta di affrancatura, senza importo né data in chiaro, ma solo un codice che caratterizza l'invio (nel caso specifico 66/JE/2011); l'annullo è stato applicato dall'ufficio di destinazione



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