Sarà ricordato il 30 luglio dall’Italia con un foglietto da 3,30 euro Giorgio Vasari nel cinquecentesimo anniversario della nascita. Ma il pittore, architetto e storico dell’arte sta facendo parlare di sé per un’altra, contorta vicenda in cui protagonista è l’archivio che ha lasciato.
Questo è conservato nella sua stessa casa, in via XX settembre 55 ad Arezzo. Composto -spiegano in Comune- “da vari documenti, molti autografati da Giorgio Vasari e dai più importanti personaggi coevi: dai famosissimi come Michelangelo, che non necessita di presentazioni, a quelli meno noti al grande pubblico ma che hanno, come suol dirsi, segnato un’epoca. Citiamo fra i tanti Annibal Caro, traduttore in endecasillabi sciolti dell’Eneide di Virgilio, della Poetica di Aristotele e delle Lettere a Lucilio di Seneca. Ma nell’archivio ci sono anche molte epistole tra Vasari e i papi del tempo (Paolo III, Giulio III, Paolo IV, Pio IV, Pio V) e tutta una serie di carteggi che danno degli spaccati su aspetti molto interessanti come la società e l’economia”, visto che tra i documenti compaiono, ad esempio, bilanci e conti economici delle sue proprietà agricole.
L’insieme si trova in un armadio chiuso e non accessibile se non dal proprietario (fino al 2009, quando scomparve, Giovanni Festari) e dallo Stato. Una soluzione di compromesso, “dovuta all’incrociarsi di due diverse esigenze: quella del privato in capo al quale pertengono i diritti di proprietà e quella dello Stato (ministero dei Beni culturali) che ha deciso di apporre un vincolo pertinenziale sull’archivio stesso”, vincolo che impone alle carte di rimanere nella casa, senza possibilità alcuna di essere spostate.
Nonostante la situazione, qualche mese fa sarebbe andato alla russa Ross group se non fosse scattato l’intervento pubblico. Secondo le indiscrezioni di stampa, la cifra offerta sarebbe ammontata a 150 milioni di euro. La base d’asta -dove era stato posto a causa di un debito di circa 800mila euro degli eredi di Giovanni Festari con il Fisco- era pari a 2,6 milioni, cifra ritenuta dal Comune “sostanzialmente compatibile con il valore del bene”. Nel frattempo, l’insieme è stato sequestrato e poi dissequestrato.
“Spero” -ha detto il sindaco, Giuseppe Fanfani- “che il ministero trovi le risorse finanziarie necessarie per acquisirlo al patrimonio culturale del Paese. Sono stato io a sollevare, nei mesi scorsi, il tema del futuro dell’archivio. Dinanzi alla prospettiva delle cessione, non posso che confermare l’impossibilità del Comune di reperire i finanziamenti per l’acquisto. Farò di tutto non solo perché il vincolo pertinenziale rimanga ma anche perché l’archivio possa essere valorizzato e con esso l’immagine di Arezzo in Italia e nel mondo”.
È “da escludersi -aggiunge ora il ministero per i Beni e le attività culturali- che possa attuarsi a breve un trasferimento di qualsivoglia natura a terzi delle carte Vasari”. In passato, il dicastero aveva sottolineato “la non verosimiglianza dell’offerta di acquisto” milionaria. “Non solo per l’enormità della somma pattuita ma soprattutto -era stato ribadito- perché l’archivio Vasari, chiunque ne sia il proprietario, è soggetto ad un vincolo pertinenziale e pertanto non può essere spostato dal luogo in cui attualmente è collocato ad Arezzo”.