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editor Fabio Bonacina

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In sintesi, i contenuti del provvedimento approvato dal Governo od ora sottoposto al Parlamento

Il provvedimento è ora al Senato
Il provvedimento è ora al Senato

Un’organizzazione piuttosto simile, in un numero di articoli praticamente uguale. È il decreto legislativo “Attuazione della direttiva 2008/6/Ce, che modifica la direttiva 97/67/Ce, per quanto riguarda il pieno completamento del mercato interno dei servizi postali della Comunità”. A livello nazionale sostituirà l’analogo atto, il n°261, risalente al 22 luglio 1999.

È stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 22 dicembre, trasmesso al Senato il 27 ed ora figura al vaglio di cinque commissioni del Senato. Che dovranno restituirlo con il proprio parere entro il 28 gennaio o il 7 febbraio. Poi dovrà essere sottoposto alla Camera dei deputati.

La bozza ha originato già dei dubbi, come quelli segnalati dalla Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Sostanzialmente, il provvedimento deve prendere atto che non vi è più un unico fornitore del servizio universale a tempo indefinito con una galassia di altre aziende volte a spartirsi i resti, ma una serie di realtà fornitrici dei servizi postali in concorrenza fra loro. Scomparso il concetto di rete postale pubblica, la realtà incaricata del servizio universale diventa “il fornitore di un servizio postale, pubblico o privato, che fornisce un servizio postale universale sul territorio nazionale e la cui identità è stata notificata”. Tale servizio è “da fornire permanentemente in tutti i punti del territorio nazionale, incluse le situazioni particolari delle isole minori e delle zone rurali e montane, a prezzi accessibili all’utenza”.

Il servizio universale sarà affidato alla società guidata da Massimo Sarmi “per un periodo di cinque anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, rinnovabili per ulteriori cinque anni per non più di due volte”. Tale rinnovo viene “subordinato al miglioramento di efficienza di Poste italiane spa, che il ministero dello Sviluppo economico verifica al termine di ogni periodo di affidamento sulla base di indicatori di efficienza definiti e quantificati con apposito provvedimento”. La società -ammettono dal ministero allo Sviluppo economico- è stata confermata “non essendo emerse in sede di consultazione pubblica (quella effettuata l’anno scorso, ndr) altre possibili alternative”.

Uno degli aspetti più significativi è la nascita dell’Agenzia nazionale di regolamentazione, cui competeranno la regolazione dei mercati, i provvedimenti in materia di qualità, caratteristiche ed accesso alla rete, le tariffe, il monitoraggio e la vigilanza, il potere sanzionatorio ed altre attività oggi in capo al dicastero. Agenzia che tuttavia nasce scorporando la direzione generale per la regolamentazione del settore postale presente allo stesso ministero, aspetto che ha suscitato i dubbi dell’Antitrust (ma da via Molise ritengono che nessuna delle Autorità esistenti “ha, allo stato, le professionalità idonee a svolgere le mansioni”; inoltre, il trasferirvi personale dai dicasteri avrebbe richiesto un adeguamento contrattuale e dunque più spese).

Il servizio universale rimane inalterato e copre, anche nei rapporti con l’estero, la raccolta, il trasporto, lo smistamento e la distribuzione degli invii postali fino ai due chili nonché dei pacchi fino ai venti, raccomandate e assicurate. “Per esigenze di ordine pubblico”, al prestatore del servizio universale vengono affidati in via esclusiva gli atti giudiziari. Introdotti i concetti di “posta massiva” (ormai ricorrente negli atti del settore) e di “servizi forniti a tariffa unitaria” (ossia “servizi postali la cui tariffa è fissata per invii postali singoli”). Dall’1 giugno 2012 la pubblicità diretta per corrispondenza sarà esclusa dal servizio universale.

Ribadito il lavoro per almeno cinque giorni alla settimana, con una raccolta e una distribuzione a domicilio, salvo l’introduzione dei giorni alterni davanti a territori per esempio poco popolati. Altrettanto confermata la separazione contabile, in capo al fornitore del servizio universale, “tra i singoli servizi ed i prodotti che fanno parte del servizio universale e quelli che ne sono esclusi”.

Nuovo l’articolo che sancisce l’obbligo di comunicare all’Autorità di regolamentazione, magari in via riservata, tutte le informazioni necessarie per assicurare il rispetto del decreto e a fini statistici. Pure sottolineato è l’obbligo dell’azienda che gestisce il servizio universale di garantire al pubblico e ai concorrenti informative almeno annuali circa condizioni di accesso, prezzi e qualità.

Come ora, l’onere del servizio universale è coperto dallo Stato e dal fondo di compensazione creato tra le altre aziende del settore (da qui una delle perplessità firmate Confetra).

Immutato l’articolo riguardante le cartevalori, la cui emissione resta prerogativa dello Stato. Secondo una stima sottoscritta dal ministero dell’Economia e delle finanze, l’affidamento a Poste italiane degli atti giudiziari e di quanto viene definito “filatelia” (che -viene precisato- “non è oggetto di regolamentazione della direttiva”) garantirà all’azienda ricavi per il 2011 pari a 465,40 milioni. Su un mercato valutato nel 2009 complessivamente 5.041,32 milioni e un onere per il servizio universale di 739 milioni.

Inseriti, infine, la possibilità da parte dell’utente che vuole lamentarsi di appoggiarsi anche alle associazioni specializzate, la tutela dei lavoratori, gli arrotondamenti all’euro delle sanzioni, che risultano aumentate soprattutto nei massimi.




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