“Secondo nostre informazioni, i servizi postali funzionano ancora”. Così l’Unione postale universale risponde a “Vaccari news” sulla situazione nell’Africa del Nord. Ammettendo, comunque, di monitorare la situazione e di continuare a raccogliere notizie. Più dettagliato è quanto risulta a Poste italiane: se i flussi in arrivo dall’Algeria non hanno registrato interruzioni, quelli dalla Tunisia si sono bloccati soltanto fra il 14 ed il 20 gennaio. Ancora diversi sono gli esiti riguardanti l’Egitto, dove lo stop è cominciato il giorno 30 e prosegue tuttora.
Oggi è tornato on-line il sito di Egypt post, dopo diversi giorni di schermata bianca. Vi figurava soltanto l’invito, in arabo ed inglese, a riprovare più tardi. Adesso non compaiono riferimenti alla situazione e ad eventuali arresti del servizio. Anzi, si guarda avanti: la notizia più valorizzata concerne l’accordo con Poste italiane per il trasferimento di fondi attraverso procedure informatiche, che diverrà esecutivo ad aprile.
Algérie poste, invece, fa i conti con gli episodi di saccheggio. Quantificando in 171 gli uffici nei quali “l’attività è stata ostacolata e molto spesso impedita per gli ultimi avvenimenti che si sono prodotti in varie regioni del Paese” (senza dimenticare gli attacchi ai distributori automatici di banconote). Almeno 54 le sedi “completamente saccheggiate”. Parecchie già sono tornate attive, in altre -quelle con i danni più impegnativi- è stato necessario spostare provvisoriamente gli sportelli in ambienti messi a disposizione dalle autorità locali.
Da quel che appare consultando le fonti ufficiali, ossia La poste tunisienne, la situazione nel piccolo Paese incastrato tra Algeria e Libia sembra essere normale.