Mentre il mondo politico italiano si sta confrontando sulle manifestazioni di domenica scorsa caratterizzate dallo slogan “Se non ora quando?”, l’Australia si predispone a festeggiare il secolo dalla prima “Giornata internazionale della donna”.
Oggi ha varato un 60 centesimi simbolico, così da qualificare la scelta del 1911, quando una delle leader del Partito socialdemocratico tedesco, Clara Zetkin, lanciò la mobilitazione, fissandola inizialmente per il 19 marzo. E coinvolgendo, in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera, oltre un milione di persone che chiedevano la fine delle discriminazioni nonché il diritto al voto, al lavoro e all’accesso ai pubblici uffici. Al pari degli uomini.
Nello sterminato Paese dell’Oceania la prima iniziativa di questo genere si svolse il 25 marzo 1928 con marce a Sidney e Melbourne, mentre il sostegno ufficiale arrivò soltanto nel 1975, durante l’“Anno internazionale della donna”.
Il francobollo -commenta il ministro per lo status femminile, Kate Ellis- “riconosce i successi economici, politici e sociali della donna nel passato, nel presente e nel futuro; costituisce un indelebile canale attraverso il quale possiamo promuovere la crescita e aumentare la consapevolezza”.
Accanto al dentello dall’immagine emblematica si evidenzia un’altra serie, uscita il 20 gennaio e riguardante le leggende nazionali, un percorso cominciato quattordici anni fa. Questa volta risultano citazioni interamente al femminile. Sono l’attivista e riformatrice sociale Eva Cox, l’ex giudice Elizabeth Evatt, l’accademica Germaine Greer e la giornalista ed autrice Anne Summers. Tutte ancora in vita. Ad ognuna il Paese ha dedicato un francobollo, sempre da 0,60 dollari.
L’8 marzo sarà ricordato anche dal Bel Paese, che ha messo in cantiere, per lo stesso giorno, un 75 eurocentesimi.