Non solo i numeri, illustrati nella news precedente. Il gruppo Poste italiane, che ha appena presentato il bilancio consolidato riferito all’anno scorso (oltre a quello della capogruppo), deve essere valutato anche per la sua “politica estera”, negli ultimi tempi in netto sviluppo. “Mi piace sottolineare -ammette l’amministratore delegato, Massimo Sarmi- che il 2010 ci porta in dote non solo conti eccellenti, ma anche una dimensione internazionale autorevole che ci vede advisor di molti Paesi del bacino mediterraneo e dell’Est europeo per lo sviluppo tecnologico di quelle reti logistico-postali e per l’introduzione di servizi finanziari e di comunicazione digitale di cui siamo leader in Europa”. Nei dodici mesi il gruppo ha rafforzato il profilo esterno grazie a numerosi accordi di collaborazione tecnologica. Le partnership avviate -è la sottolineatura che giunge dall’Eur- “dimostrano la capacità dell’azienda di fare sistema a livello internazionale e di contribuire all’evoluzione delle reti logistico-postali di altri Paesi condividendo il proprio modello di business e la propria esperienza nel campo dell’innovazione tecnologica”. Poste, infatti, esporta il proprio know-how in Albania, Egitto, Libano e Russia; inoltre costituisce un punto di riferimento per gli operatori di Arabia Saudita, Argentina, Cile, Emirati Arabi, Marocco, Paesi Bassi, San Marino e Vaticano.
Bilancio/2 Esportare tecnologia
07 Mar 2011 21:29 - NEWS FROM ITALY
Dall’Albania all’Argentina, dall’Egitto al Vaticano: la “politica estera” di Poste italiane
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