La situazione nei Paesi arabi rimane pesante, anche dal punto di vista postale. L’operatore statunitense, ad esempio, ormai rifiuta qualsiasi spedizione, e di qualsiasi genere -dalla lettera ordinaria al corriere espresso- inoltrata verso la Libia. E quelle già accettate vengono restituite al mittente (nota curiosa: “su richiesta” è possibile ottenere il rimborso delle spese) oppure custodite in attesa che la situazione migliori.
Dagli Usa all’Italia, dove -lo ha rivelato “Il sole 24 ore”- anche Mistral air (gruppo Poste italiane) è coinvolta nei trasporti di quanti sono fuggiti dall’Africa approdando a Lampedusa. La compagnia è tra quelle che hanno ottenuto l’appalto per condurre i rifugiati nei centri dislocati sulla terraferma o indietro.
E mentre in Libia si gioca, sanguinosamente, la partita per il futuro, la vicina Tunisia dà un segnale opposto: alle spalle sia le sommosse registrate tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 sia il ritiro di Ben Ali, suggella con un’emissione straordinaria il cambio di registro. Si tratta di quattro francobolli intitolati “Commemorazione della Rivoluzione del popolo”. In un primo momento l’uscita era stata ipotizzata per il 5 marzo, ma davvero i tempi erano stretti. Da qui la decisione di farli slittare al giorno 20. Ancora non rivelati i dettagli. Il 17 dicembre un ulteriore dentello ricorderà il primo anniversario dall’esordio delle proteste.
Al Cairo proseguono gli annunci volti a infondere tranquillità. Lo stesso presidente di Egypt post, Hani Mahmoud, ancora una volta ha garantito la consegna certa e puntuale del corriere. Da quando, era l’1 febbraio, è entrato in carica, ha investito parecchio tempo nell’incontrare dipendenti e visitare sedi. E da marzo sono stati migliorati gli incentivi economici.