Come ricordare, in un modo che possa essere notato, il secolo e mezzo di una istituzione finanziaria impiegando i pochissimi centimetri quadrati di un francobollo? Semplice: evitando la facciata della sede centrale -anche se architettonicamente rilevante- per guardare, magari, al futuro. E tutto sommato anche la struttura citata ne ha bisogno. È il più antico istituto di credito del piccolo Paese incastrato tra Svizzera ed Austria, la Liechtensteinische landesbank. Nata il 5 dicembre 1861 e allora definita “stabilimento del credito del Principato sovrano del Liechtenstein”, nel 1993 venne trasformata in società per azioni.
L’esemplare da 1,00 franco che oggi ricorda il giro di boa non offre edifici. Ma solo, sia pure con piccole citazioni grafiche dovute ad Ewald Frick che richiamano il logo ufficiale della spa, il “Qr” (“quick response”). È il codice che sempre più spesso si nota nelle pubblicità. Per scoprire cosa nasconda occorre fotografarlo con il cellulare e -se quest’ultimo è dotato dello specifico programma- si potrà saperne di più sulla protagonista della carta valore.
A dirla tutta, il gioco tecnologico-promozionale non è più nuovo nel mondo dei dentelli. Tra le performance simili del recente passato, quelle di Formosa per gli innamorati (uscita il 14 febbraio scorso), del Regno Unito per attivare un filmato inerente le ferrovie (19 agosto 2010), della Finlandia ancora per ricordare san Valentino e l’Università della tecnologia (24 gennaio 2008), della Svizzera con il “bee tagg” per il turismo sportivo (31 ottobre 2007).
Più normale è l’altro francobollo inserito nella stessa serie, dedicata agli anniversari. Al medesimo nominale celebra i cinquant’anni della Biblioteca nazionale, proponendo una “casa del sapere” ideata da Manuela Schaper e caratterizzata da scritte commemorative su foglia d’oro.