Tre pezzi di quelli che attirano l’attenzione non solo dei filatelisti, ma anche dei visitatori semplicemente incuriositi da cartevalori risalenti ad oltre un secolo e mezzo fa. Sono il quarto di foglio da sessanta pezzi del 15 centesimi giallo e dell’1 lira bianco di Modena, nonché il blocco da sedici del 5 centesimi giallo di Parma.
I tre reperti, di proprietà della società Vaccari, saranno proposti alla mostra “La reggia d’Italia - La bella Italia - Arte e identità delle città capitali” nella sezione che riguarda i due antichi Ducati.
“Abbiamo messo volentieri a disposizione il materiale -spiega il presidente dell’azienda, Paolo Vaccari- perché sappiamo il ruolo che allora svolse il servizio postale, in un’epoca in cui mancavano radio e televisione, e naturalmente non esistevano telefono, internet e tutti gli altri mezzi con cui oggi si comunica normalmente. In quel periodo non c’erano molte alternative alla classica lettera cartacea o, al più, al telegrafo. Abbiamo ritenuto interessante, dunque, fornire un esempio di come si interagiva allora”.
La mostra, ospitata alla reggia di Venaria Reale (Torino), aprirà il 17 marzo e potrà essere visitata sino all’11 settembre.
L’attuale allestimento propone oltre 350 opere allo scopo di ricostruire la storia che va dall’antichità alla vigilia del 1861 puntando alle principali capitali culturali pre-unitarie e alle rappresentazioni date dai grandi artisti: Giotto, Beato Angelico, Donatello, Botticelli, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Correggio, Bronzino, Tiziano, Veronese, Rubens, Tiepolo, Canova, Hayez, Parmigianino, Velazquez, Bernini e tanti altri. Così -garantiscono gli organizzatori- “emerge e si afferma il profilo di un’arte e di uno stile italiano”.
Torino è vista come l’armata, la metallurgia, la corte. Firenze è la fondatrice della lingua e delle arti. Roma è la gloria dell’antichità classica e dell’autorità religiosa. Milano è Leonardo da Vinci, la religiosità dei Borromeo, l’Illuminismo, il dialogo costante e fecondo con l’Europa. Venezia richiama la grande pittura di Tiziano e di Veronese, il profumo d’Oriente, il mito del Buongoverno e della città inimitabile. C’è poi Genova, ricchissima e bellissima, capitale finanziaria nell’Europa della Controriforma e degli assolutismi, che ha saputo trasformare il profitto bancario nei Rubens, nei Van Dyck, nei palazzi più belli. Bologna incarna il prestigio della sua Università ed è l’ideale classico che da Raffaello arriva a Guido Reni. Parma e Modena sono l’arte e il collezionismo dei principi mecenati. Infine ci sono la Napoli degli Aragona e dei Borbone, di san Gennaro, dei Lazzari e di Masaniello nonché la Palermo dell’imperatore Federico, del feudo, dei baroni riottosi, dell’autonomia continuamente affermata e continuamente contrastata.