Nuova grana in materia di concorrenza mossa a Poste italiane. Questa volta, l’istruttoria dell’Antitrust riguarda un possibile abuso di posizione dominante nei confronti di Selecta per favorire la controllata Postel.
“Sia Postel che Selecta -è la precisazione che giunge da piazza Verdi- operano nel settore dei servizi di intermediazione tra i clienti-mittenti e il fornitore del servizio di posta massiva, cioè Poste stessa”: in sostanza le due aziende svolgono attività, per conto della clientela, di ricezione dati, stampa ed imbustamento, affidando poi il recapito alla società guidata da Massimo Sarmi.
Secondo il provvedimento, notificato ieri nel corso di alcune ispezioni condotte in collaborazione con il Nucleo tutela mercati della Guardia di finanza, Poste italiane, in una fase di liberalizzazione del mercato, potrebbe aver abusato della propria posizione detenuta nella consegna di invii massivi (bollette, fatture commerciali…), attuando condotte finalizzate ad escludere Selecta in quanto concorrente di Postel.
Con questo obiettivo, avrebbe repentinamente cambiato strategia nella richiesta dei pagamenti a Selecta: dopo avere consentito nel tempo la creazione di una esposizione debitoria pari a 65 milioni di euro nel 2008 e a 72,3 milioni nel 2009, avrebbe richiesto, dal settembre 2010, un piano di rientro, pena il non recapito della posta massiva.
Inoltre, Poste italiane avrebbe domandato la corresponsione contestuale di quando dovuto, a fronte di precedenti condizioni contrattuali che prevedevano un termine di settantacinque giorni, in alcuni casi dilazionato. Nessuna modifica sarebbe stata praticata, invece, a Postel.
Una simile condotta, se provata, “comporterebbe un vantaggio per la stessa Poste italiane che acquisirebbe, tramite Postel, la quota di mercato attualmente detenuta da Selecta, con possibili riflessi sulle condizioni dell’offerta: gli utenti del servizio di posta massiva vedrebbero ridursi la possibilità di rivolgersi ad operatori diversi dalla società integrata nel gruppo”.