Persino un... manipolo di garibaldini, con tanto di bandiera trafugata ai borbonici, si è presentato questa mattina allo spazio filatelia di Torino per comprare il foglietto del centocinquantesimo e magari per annullarlo. Sulla busta “Cavallino”, su supporti propri, ma anche su cartoline, volantini, fotocopie e libri. Contribuendo, insieme a numerosi cittadini, ad affollare gli ambienti e ad impegnare i quattro addetti del negozio. Le code, infatti, si sono mantenute lunghe per tutta la mattinata, peraltro non agevolate da una procedura per la registrazione delle vendite farraginosa. E anche quando il responsabile, Marco Casto, alle 12.30 ha chiuso i portoni, parecchie persone erano ancora in fila per essere servite. Cosa poi avvenuta.
All’operazione, pazientemente, si sono adattati soprattutto i non collezionisti, appassionati o incuriositi dell’argomento a carattere storico e del grande battage di questi giorni. E a nulla è valso loro spiegare che la carta valore poteva essere acquistata per due anni e che il bollo del 17 marzo sarebbe stato disponibile ancora per venti giorni. L’importante -come è stato fatto notare- era averlo oggi, giorno esatto del secolo e mezzo trascorso dalla proclamazione del Regno d’Italia.
In numero non trascurabile pure quanti non hanno saputo attendere e sono ricorsi all’ufficio postale distaccato aperto la notte scorsa al palazzo della Regione.
A cura dell’Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani, per tre settimane (da lunedì a venerdì 8.30-14, sabato 8.30-13) lo spazio filatelia ospiterà la riproduzione a colori della famosa collezione di Carlo S.Cerutti “Il cavalier Matraire e il suo re”.