Dopo Mestre, Rovigo: nuova ambientazione per “Donne di Poste”, il percorso fotografico che vuole valorizzare l’apporto femminile all’interno dell’azienda guidata da Massimo Sarmi. Un tempo come oggi.
Sottolineato persino da un annullo, l’allestimento è stato inaugurato oggi e resterà visitabile, presso la rinnovata sede di Rovigo Popolo, in corso del Popolo 192, fino al 2 aprile negli orari 8.30-18.30 (sabato sino alle 13, domenica chiuso). Presenti alla cerimonia, il prefetto Romilda Tafuri, il sindaco Fausto Merchiori, il responsabile della filiale Mauro Longhi e rappresentanti degli uffici postali e del recapito cittadino.
Nei quattordici ingrandimenti fotografici, la sintesi di una storia dalle mille sfumature. Quella delle telefoniste dal lungo grembiule, intente a commutare le linee durante faticosi turni al centralino, delle telegrafiste di inizio Novecento, delle postine rurali sottopagate. Senza trascurare dattilografe ed impiegate.
L’impiego nel settore delle comunicazioni divenne anche un compito da donne solo negli ultimi decenni dell’Ottocento, quando dal ministero dei Lavori pubblici, che allora sovrintendeva l’attività postale e telegrafica, fu concesso a vedove, orfane e sorelle nubili di impiegati deceduti di assumere la gestione di uffici telegrafici e telefonici di terza categoria. Contribuendo a confermare la più generale “femminilizzazione” dei luoghi di lavoro e nonostante i ruoli assegnati fossero fra i più umili. Dall’altro ieri al presente: “in una moderna azienda come Poste italiane spa -è la sottolineatura- le donne hanno ampiamente dimostrato, al pari delle colleghe del passato, che la loro presenza qualifica il settore e lo arricchisce; sono oggi molte le dirigenti che contribuiscono a fare della società per azioni uno dei fulcri della vita del Paese”.
La prossima sosta del percorso è stata fissata a Treviso.