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1966/2 La tesi dell’Ordine
19 Nov 2016 09:45 - SMOM
Un comunicato stampa del 12 ottobre, diffuso dal Gran magistero, difendeva la scelta di istituire le Poste magistrali e, di conseguenza, emettere “francobolli”

Una delle due sedi
Una delle due sedi

Ai pareri del mondo dei collezionisti (news precedente), la rivista “Filatelia”, sempre nel numero del 25 ottobre 1966, associa le opinioni della controparte, dando spazio all’ufficio stampa di quello che si firmava Gran magistero del sovrano militare ordine di Malta.

Sette i punti con cui si articola il documento, datato al 12 ottobre precedente. Precisando che lo Smom “è partecipe della comunità internazionale quale «par inter pares» («uguale tra uguali», ndr), essendo riconosciuto dalla Santa Sede e da 39 altri Stati fra cui la Repubblica italiana”.

Era l’11 gennaio 1960 quando quest’ultima e l’Ordine “procedettero al regolamento dei reciproci rapporti in forza di convenzione”. Fra le clausole, una relativa alle prerogative sovrane nei territori rappresentati dalle due sedi in Roma, ubicate in via Condotti e sull’Aventino. Inoltre, il gran maestro venne riconosciuto dalla Repubblica come capo di Stato estero.

Il documento, ancora, prevedeva “il collegamento dei servizi postelegrafonici dell’Ordine con le reti italiane, da realizzarsi in prosieguo di tempo mediante ulteriori trattative senza prefissione di termine”.

Continuando nella lettura del comunicato, la scrivente realtà ribadisce che “la istituzione delle Poste magistrali e la emissione dei relativi francobolli configurano l’esercizio di una prerogativa inerente alla sovranità dell’Ordine e che si traduce in un diritto che non è condizionato alla volontà o alla determinazione di altri enti sovrani”.

La chiave di volta, ossia quanto davvero accadrà, nel testo è preannunciata più avanti: “la circolazione dei francobolli… dal territorio delle sedi in Roma può dall’Ordine essere estesa al territorio di ogni altro Stato con il quale fosse stipulata opportuna convenzione”. Di fatto, dalla Città Eterna il singolo plico partiva verso il Paese convenzionato come doppia busta: quella esterna portava i francobolli italiani; l’interna i melitensi. Veniva indirizzato in un ufficio postale della realtà destinataria, dov’era aperto. Così, la comunicazione ultimava il suo viaggio giungendo al destinatario racchiusa nella sola busta più interna.

Il testo ribadiva infine che il decreto istitutivo delle Poste magistrali “destina gli eventuali utili del servizio alle opere ospedaliere, assistenziali e caritative che l’Ordine, come è ben noto, ha sempre condotto e conduce in Italia e nel mondo”.

Il sistema del doppio plico: quello esterno era affrancato con cartevalori italiane e diretto ad uno specifico ufficio postale del Paese convenzionato di destinazione
Il sistema del doppio plico: quello esterno era affrancato con cartevalori italiane e diretto ad uno specifico ufficio postale del Paese convenzionato di destinazione



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