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editor Fabio Bonacina

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La mostra lo ricorda a quarant’anni dalla morte; resterà aperta al Max museo sino al 22 gennaio. Presente il francobollo non emesso dell’Italia

Uno spazio anche per il non emesso
Uno spazio anche per il non emesso

Contestato dal pubblico italiano di allora perché, insieme agli altri francobolli con la… coda (così vennero chiamati), considerato sconveniente per un servizio ufficiale qual è il postale, ora viene citato nella mostra svizzera. Mostra aperta al Max museo di Chiasso fino al 22 gennaio e dedicata all’autore dell’immagine. S’intitola “Federico Seneca (1891-1976) - Segno e forma nella pubblicità” e rende omaggio -nel quarantesimo anniversario della morte- al grafico che ideò il logo dei “Baci” Perugina (ma anche i cartigli dei bigliettini in essi acclusi), poi finito sul 60 centesimi espresso del 1924 mai arrivato agli sportelli.

L’esposizione -curata da Marta Mazza e Nicoletta Ossanna Cavadini- racconta l’intero itinerario creativo del protagonista nato a Fano (Pesaro e Urbino), dal Liberty all’Art déco, passando ad una visione futurista per giungere, con il secondo dopoguerra, alla modernità tramite la sintesi grafica minimalista delle forme accompagnata da suggestioni tipografiche, in un gioco di chiaroscuro e colori vivaci.

Il pubblico può visionare oltre trecento pezzi fra manifesti, pieghevoli, locandine, illustrazioni di copertina, bozzetti su carta quadrettata, album da disegno, elaborati grafici, insegne, cartelli, libri, riviste, scatole, confezioni varie, matrici, prove di stampa, foto d’epoca, un cavalletto, il passaporto. Senza trascurare i suoi attrezzi, come le forbici che aveva progettato e realizzato da sé. Esposti inoltre i bozzetti scultorei in gesso: li creava -uno fra i pochi- per dare forma alle scene che animano le réclame e poi, in genere, li distruggeva.

Non mancano biglietti d’auguri, cartoline e lettere. Come la missiva datata 4 novembre 1929, diretta a Giovanni Buitoni (la famiglia controllava anche la Perugina): rappresenta l’occasione per gettare uno sguardo sul mansionario del direttore di un ufficio pubblicità dell’epoca (tra i primi in tutta Italia) che chiede maggiori risorse per svolgere il lavoro affidatogli. Il rapporto con l’azienda umbra si interrompe nel 1933, quando egli si sposta a Milano ed apre un proprio studio di pubblicità. Nel portafoglio clienti arrivano Chlorodont, Cinzano, Lancover, Modiano, Rayon, Sala panettoni, Salchi pitture, Stipel e Talmone, cui si aggiungono Agip, Agipgas, Energol, Lane Bbb, Nailon, Pibigas, Ramazzotti.

L’allestimento avrà tre tappe successive: dal 12 marzo al 4 giugno alla Galleria nazionale dell’Umbria di Perugia, dal 14 luglio al 24 settembre alla Galleria Carifano di Fano, dal 3 febbraio al 3 giugno 2018 al Museo nazionale collezione “Salce” di Treviso.

La pubblicità da cui è tratto il bozzetto della carta valore e che rappresentò la fortuna del suo autore, Federico Seneca (la cromolitografia risale al 1922 ed è conservata al Museo nazionale collezione “Salce” di Treviso)
La pubblicità da cui è tratto il bozzetto della carta valore e che rappresentò la fortuna del suo autore, Federico Seneca (la cromolitografia risale al 1922 ed è conservata al Museo nazionale collezione “Salce” di Treviso)



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