Si definisce “vero filatelista” dal 2004, anche se da bambino collezionava francobolli. È il nuovo presidente dell’Académie européenne de philatélie: cinquantottenne, sposato con due figli, è dirigente d’azienda. Si chiama Jean Voruz ed ha preso il testimone da Bruno Crevato-Selvaggi.
Si è specializzato nella storia postale del suo Paese, la Svizzera, puntando soprattutto su due argomenti: i servizi postali a Ginevra tra il 1839 ed il 1862, lo sviluppo di quelli nazionali dal 1862 al 1900. L’esito sono numerosi riconoscimenti internazionali, articoli e conferenze in tutto il mondo. Presidente del Consilium philateliæ helveticæ, segretario generale del Club de Monte-Carlo de l’élite de la philatélie, “fellow” della Royal philatelic society di Londra, membro di altri sodalizi collocati di qua e di là dell’Atlantico.
Quanto dura il mandato? “È di tre anni, ed è rinnovabile una volta sola”, precisa.
Qual è, nel contesto della filatelia mondiale, il ruolo dell’Aep? “L’ho spiegato nel corso dell’assemblea generale attraverso tre concetti: visione, missione e valori”. Per il primo, “si tratta di aggiungere valore alla filatelia organizzata. Perché dobbiamo tenere gli occhi aperti: nel nostro continente sta andando giù. Abbiamo ancora meno collezionisti (cattiva notizia), i cui livelli sono in continuo miglioramento (buona notizia)”. Quanto alla missione, occorre “sviluppare reti originate dalla visione dell’Aep”. E i valori? “È l’eccellenza filatelica: dare un senso a quello che viene chiamato hobby (che in realtà è molto di più). È l’amicizia internazionale attorno a una passione comune: l’Europa sta vivendo forti cambiamenti, è sottoposta a prove e test severi. La nostra Accademia esiste per dimostrare che quanti sono legati da una passione comune possono superare le divisioni e sperimentare le differenze. Davvero la filatelia può dare l’esempio” (continua).