Le cento candeline sono state raggiunte, nella capitale, il 29 giugno, ma per l’Associazione filatelica numismatica italiana, che porta il nome di Alberto Diena, la festa verrà organizzata nel contesto di “Romafil”, quindi -salvo sorprese- dal 24 al 26 ottobre. Quando, per l’esattezza il giorno 26, uscirà pure una cartolina celebrativa da 70 centesimi.
L’idea di un sodalizio -ammette a “Vaccari news” l’attuale segretario, Angelo Piermattei- “era già sorta il 5 giugno 1889 con la creazione della Società filatelica italiana”. Però, l’iniziativa non ebbe mai un’attività continua, tanto che dopo qualche anno cadde nel più completo oblìo. Bisogna aspettare appunto il 29 giugno 1914 per vedere accolta con entusiasmo la proposta di ricostituirla, richiamando il precedente nome.
Nella prima assemblea generale ordinaria, che si tenne il 18 ottobre, vennero eletti per acclamazione quale presidente onorario il grande collezionista di Antichi Stati (che poi donò la sua raccolta alla Royal philatelic society di Londra) Alfonso Doria Pamphili e come presidente il bibliotecario al ministero delle Poste e dei telegrafi (notoriamente conosciuto come il più grande studioso ed esperto perito, ricordato nel 500 lire del 24 novembre 1989) Emilio Diena.
A quest’ultimo, nel primo cinquantennio, seguirono il giornalista Luigi Fournier ed Alberto Diena (quarto figlio di Emilio). Egli è stato l’ultimo rappresentante della Sfi ed il primo dell’Associazione filatelica italiana, nata formalmente il 10 luglio 1970. “Sempre molto lungimirante, aveva voluto inserire nell’atto costitutivo l’obiettivo di istituire una biblioteca filatelica”. E vi era anche una sezione numismatica.
Dal 1977 la presidenza venne assunta da Mario Colonnelli, che propose l’intitolazione ad Alberto Diena. Con Fulvio Zois, la struttura assunse l’attuale appellativo: Associazione filatelica numismatica italiana “Alberto Diena”, mantenendo la sigla ed il logo precedenti. Esso è ispirato al 15+5 centesimi di Vittorio Grassi uscito l’1 maggio 1911 e dedicato al mezzo secolo trascorso dall’Unità d’Italia. Poi, alla carica di vertice si avvicendarono Michele Caso e, dal 2011, Michele Amicarelli, colui che ha portato l’Afi al prestigioso giro di boa.