Finalmente, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha concluso l’iter riguardante le due consultazioni pubbliche sul servizio postale avviate in aprile, ha svolto le proprie considerazioni ed ha assunto delle scelte, annunciate pubblicamente ieri.
Il punto di partenza è la legge di stabilità 2015, la stessa (e per gli stessi capitoli) criticata qualche giorno fa dall’Antitrust. Stando all’Agcom, nel quadro del contenimento complessivo della spesa pubblica, la disposizione “ha modificato il quadro normativo relativo al servizio universale”. Il legislatore è intervenuto al fine di adeguare i livelli delle prestazioni allo specifico contesto tecnico, economico e sociale di riferimento. L’obiettivo è “bilanciare l’efficienza economica dell’operatore incaricato di fornire il servizio postale universale con i bisogni sociali e di interesse generale soddisfatti dalla rete di raccolta e recapito della società”. Ricordando che lo Stato ha tagliato pesantemente il proprio assegno annuale.
Un primo faldone riguarda le future modalità di recapito. Il Garante ha definito i criteri che dovranno essere rispettati per individuare i comuni interessati dalla misura, in virtù di particolari circostanze anche di natura geografica. L’introduzione del recapito a giorni alterni (secondo lo schema bisettimanale, lunedì-mercoledì-venerdì-martedì-giovedì) avverrà in tre momenti successivi, che saranno avviati rispettivamente l’1 ottobre 2015, l’1 aprile 2016 e non prima del febbraio 2017. Coinvolgendo quella che viene definita una ristretta fascia di popolazione, pari -inizialmente- allo 0,6% del totale e raggiungendone, all’ultimo passaggio, fino al 25%. “Dopo la prima fase, nel caso in cui si verifichino criticità, l’Autorità ha il potere di intervenire inibendo l’ulteriore prosecuzione del recapito a giorni alterni o stabilendo particolari condizioni volte a salvaguardare la regolarità del servizio o la realizzazione degli obiettivi previsti di contenimento dei costi”.
Quanto ai quotidiani in abbonamento, Agcom richiederà all’azienda guidata da Francesco Caio di “formulare una proposta specifica e migliorativa che sarà trattata nell’ambito di un tavolo con Mise e Dipartimento per l’editoria” che fa capo alla Presidenza del Consiglio. La delibera adottata dovrà essere comunicato alla Commissione Europea.