Se Poste italiane approva le conclusioni assunte dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (news precedente), di tutt’altro tono è il commento espresso dalla Federazione italiana editori giornali. La decisione dell’Agcom -così annota il presidente della stessa Fieg, Maurizio Costa- “rischia di pregiudicare l’accesso all’informazione da parte dei cittadini nel 65% dei comuni italiani”. È necessario che il confronto, richiesto dalla medesima Autorità tra editori, Poste e Governo, “affronti e risolva in maniera tempestiva e realmente efficace il problema della consegna dei giornali quotidiani e periodici”. Stando alla tabella di marcia, il sistema verrebbe introdotto ad ottobre interessando lo 0,6% degli abitanti ma, in due ulteriori tappe, e comunque non prima del febbraio 2017, ne colpirà fino al 25%, ossia un cittadino su quattro. Dispense al principio formulato dalla direttiva continentale sul mercato dei servizi postali -che prescrive la distribuzione a domicilio del corriere almeno cinque giorni lavorativi a settimana- come quella permessa all’operatore “non sono mai state concesse”, aggiunge. “L’eccezione massima finora consentita è stata per la Grecia. Ma riguarda meno del 7% della popolazione disseminata in migliaia di piccole isole. In altri Paesi sono state riconosciute deroghe, ma sempre limitate a meno dell’1%”. E poi “si aggiunge il fatto che in molti degli oltre 5mila comuni interessati il recapito postale costituisce l’unico mezzo di accesso alla stampa”. Se il piano, relativamente alla consegna dei giornali, dovesse restare così com’è -ha concluso Maurizio Costa- “non supererebbe l’esame della Commissione Europea”, con il rischio dell’apertura dell’ennesima procedura d’infrazione contro l’Italia.
Agcom/2 Deroga dall’inaccettabile ampiezza
29 Giu 2015 16:26 - NEWS FROM ITALY
Lo sostiene il presidente della Fieg, Maurizio Costa, riferendosi alle conseguenze sulla stampa dei tagli annunciati al recapito postale. Ora si punta al previsto confronto