Anche Poste italiane si sfila dal nuovo ed ennesimo capitolo riguardante Alitalia. Giorni fa diverse testate avevano individuato la società guidata da Matteo Del Fante quale protagonista, insieme ad Eni e Fs (più, forse, Cassa depositi e prestiti, ma con un altro ruolo) dell’ennesimo rilancio della compagnia, che il Governo ora vorrebbe nazionalizzare. Eni aveva negato subito; poi è stato il turno di Poste. L’ha precisato ieri alla commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati lo stesso amministratore delegato. “Non abbiamo avuto nessun tipo di interessamento sul dossier Alitalia; quindi lo leggo dalla stampa”.
Tra gli altri temi su cui l’ad si è soffermato nel corso dell’audizione, quello dell’attuale sistema standard di recapito, chiarendo dettagli finora rimasti -chissà perché- sconosciuti. La consegna della corrispondenza avviene al mattino a giorni alterni, i pacchi invece sono portati tutti i pomeriggi fino alle 19.45; al sabato il servizio finisce alle 13. Si aggiunge la domenica, ma solo a scelta dei lavoratori che intervengono in straordinario.
Quanto alla presenza sul territorio, l’operatore “non chiuderà uffici nei comuni minori”. Però, è prevista una razionalizzazione in alcune aree metropolitane, davanti a sportelli distanti tra i cinquecento ed i settecento metri: l’obiettivo è ampliare il supporto in uno e sopprimere l’altro.