Una volta tanto hanno parlato anche gli artefici. Due dei quali, Francesco De Simone (per cibo sostenibile e salute umana) e Giuseppe Galasso (acqua), hanno illustrato ai presenti il contenuto del loro lavoro, facendo capire, fra le righe, come dalla semplice immagine di una carta valore sia possibile ricavare argomenti profondi e scoprire delle storie. Basta semplicemente andare un po’ più in là delle apparenze. Non a caso, prima di entrare nella sala occorreva rispondere ad una domanda: “Sei mai stato colpito da un francobollo per il messaggio che conteneva?”.
Almeno una persona ha replicato con un “sì”, e l’ha ammesso pubblicamente questa mattina. È il presidente di Planet life economy foundation, Emanuele Plata. “Avvicinandomi alla filatelia mi si è aperto un mondo infinito; i racconti dei collezionisti sono preziosissimi”, ha detto. Ribadendo: “Il francobollo è un ambasciatore che porta un messaggio subliminale”.
Si è parlato quindi di dentelli oggi all’Expo 2015. Grazie appunto al progetto che la stessa Plef ha condiviso con il Centro italiano filatelia tematica. L’esito sono dodici minicollezioni che da questa sera alle ore 18 -e fino all’8 settembre- si potranno visionare a Milano città, in via Ampère 27 presso lo Spazio arte Tolomeo (aperto gratuitamente tutti i giorni, festivi compresi, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19).
Il perché il Cift -sotto al nome “Giornata della filatelia”- abbia valorizzato l’esperienza nel contesto della manifestazione è presto detto: l’idea espositiva, nata quattro anni fa, riguarda la sostenibilità.
Sostenibilità che si può leggere in modi differenti: il responsabile per la filatelia di Poste italiane, Pietro La Bruna, ad esempio si è soffermato sulla necessità di trovare il valore delle persone, nello specifico sia tra i dipendenti dell’azienda, sia con i clienti. Ricordando il rodato percorso “Filatelia nelle carceri” come la nuova fondazione Poste insieme onlus, perché “l’uomo non è alimentato solo dal cibo ma anche dai valori”. Quanto al francobollo, “non è un oggetto antico, ma è moderno nel momento in cui parla di fatti attuali” (come appunto la sostenibilità), e “può essere anche tecnologico” (come quello della Juventus).
Le potenzialità del francobollo sono state ricordate dal presidente del Cift, Paolo Guglielminetti, in un breve excursus tra il “Penny black” e -per rimanere nei binari dell’Expo- il trasportatore di tè raffigurato in un esemplare di posta locale della cinese Hankou risalente al 1893, dai richiami alla protezione ambientale di Stati Uniti e Giappone del 1934 e del 1939 per arrivare all’“Italia al lavoro” del 1950 e poi alle emissioni profumate targate 2001, quelle al cioccolato proveniente dalla Svizzera ed al caffè del Brasile.
L’altro tema, riguardante le esposizioni, è stato affrontato dal responsabile del progetto, Marco Occhipinti. Tutte le trentaquattro manifestazioni ufficialmente riconosciute hanno visto il francobollo protagonista, perché esso ha svolto sempre un ruolo primario nel veicolare il messaggio. Lo sarà anche per il futuro?