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editor Fabio Bonacina

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Due mostre ospitate a Milano fino al 22 novembre. Fra le opere, il dipinto “L’edera” di Tranquillo Cremona, emesso in formato dentello nel 1978. E poi...

I collezionisti d’Italia lo conoscono perlomeno dal 12 luglio 1978. Quando venne emesso sotto forma di francobollo da 170 lire. È il dipinto “L’edera”, dovuto a Tranquillo Cremona e inserito nell’annuale serie dedicata all’arte nazionale.

L’originale, un olio su tela del 1878, normalmente è conservato a Torino, alla Galleria d’arte moderna. Ma, fino al 22 novembre, può essere ammirato a Milano, presso palazzo Reale, nell’ambito della mostra “Scapigliatura. Un «pandemonio» per cambiare l’arte”, della quale rappresenta uno degli elementi più significativi.

Più significativi della mostra ma anche della corrente artistica. Non a caso, fra i 250 oggetti proposti si trova un bronzo realizzato tra il 1893 ed il 1894 da Giuseppe Grandi che porta lo stesso titolo ed offre un’immagine simile. “Probabilmente -ipotizzano gli organizzatori- ne deriva”. Questo ed un paio di altre opere indicano “come l’artista avesse fatto sua quella ricerca pittorica per cui la forma non era più disegno riempito di colore ma colore che si modella in divenire, abolendo la massa. E per primo ne cerca un equivalente in scultura”.

Il percorso, dedicato “agli artisti ribelli e anticonformisti che turbarono gli animi dei benpensanti nell’Italia post-unitaria”, offre altri risvolti postali. Come il materiale preparatorio, e in particolare i gessi, del monumento che Milano dedicò alle “Cinque giornate” del 1848. Frutto di una doppia selezione, per realizzarlo, nel 1881, venne incaricato lo stesso Giuseppe Grandi, che impiegò molto più tempo del pattuito. Ma gli piaceva fare le cose per bene, tanto è vero che andò in Germania per acquistare un leone da impiegare come modello, mentre l’aquila reale proviene dall’Austria. L’artista morirà nel 1894, senza vedere il suggello di chiusura al suo lavoro. Venne inaugurato, infatti, soltanto il 18 marzo 1895, come testimoniano le foto di allora, raffiguranti una piazza gremita di folla. E come ricorda la contestuale cartolina di commissione privata. Contro un nominale di 10 centesimi -ricorda il catalogo “Interitalia”- fu venduta a 1,00 lira (prezzo in seguito elevato fino a 10,00 lire) a favore dell’Istituto pei figli della provvidenza. Un secolo dopo, esattamente il 25 marzo 1995, si aggiungerà un francobollo da 750 lire.

All’iniziativa espositiva si associa la Biblioteca di via Senato 14, che nello stesso periodo offre il percorso “La Scapigliatura e Angelo Sommaruga”, dove viene sviluppata soprattutto la parte letteraria del movimento. Propone, fra l’altro, diverse lettere (prive delle relative buste) indirizzate al vulcanico ed ormai dimenticato editore. Tra i suoi numerosi interlocutori figurano Giosuè Carducci, Gabriele D’Annunzio, Edmondo De Amicis, i cui scritti sono presenti sotto le teche. Insieme ad una cartolina per il giubileo del “Guerin Meschino” e ad una recente ristampa, riguardante la raccolta del 1890-1892, de “La posta di Caprino”, “giornale epistolario di un vecchio romito”.

L'opera di Tranquillo Cremona a confronto con il francobollo. Sotto, la cartolina con il monumento alle “Cinque giornate”
L'opera di Tranquillo Cremona a confronto con il francobollo. Sotto, la cartolina con il monumento alle “Cinque giornate”



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