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editor Fabio Bonacina

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Due diverse realtà, due problemi e due ingiunzioni sottoscritte dall’Agcom, una con pagamento da cinquemila euro e l’altra da settantacinquemila

Due le aziende verificate dall’Agcom
Due le aziende verificate dall’Agcom

Mancavano i titoli abilitativi previsti. Da qui la decisione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di comminare alla società Atomo una sanzione pari a cinquemila euro. La vicenda è sorta il 19 dicembre 2016, quando gli ispettori hanno raggiunto la sede di Napoli della ditta, dove risulta lavorare una sola persona. Dalle verifiche condotte è emerso che l’azienda “fornisce servizi postali consistenti nelle attività di ritiro, di trasporto e di consegna di invii postali al di sotto di due chilogrammi”; dunque, è obbligata a rispettare la normativa.

“Bacchettata” anche la sede italiana della società neerlandese (ma ora del gruppo Royal mail) General logistics system. In questo caso, il rilievo mosso alla realtà specializzata nel corriere espresso e che agisce tramite una rete in franchising ha riguardato la violazione degli obblighi informativi. All’inizio di ogni anno -spiega il Garante- quest’ultimo “richiede ai principali operatori postali nazionali di compilare un questionario -indicando, in particolare, i ricavi e i volumi realizzati-, in maniera da consentire l’acquisizione delle informazioni necessarie alla rappresentazione delle dimensioni e dell’andamento del mercato”. Sia nel 2015 che nel 2016 (ma nel 2017 è andata diversamente) l’interlocutore non ha trasmesso i riscontri completi, “omettendo, in particolare, l’indicazione dei ricavi realizzati da tutto il gruppo”. Questo dichiarando di non avere “la materiale e totale disponibilità dei dati relativi alle spedizioni immesse nel network Gls” e di non possedere, in particolare, “alcuna diretta conoscenza delle tariffe applicate dai franchisee e, dunque, tantomeno, dei ricavi dei franchisee per le attività da loro svolte”. Cosa che ha indotto l’Agcom -dopo ripetuti solleciti- ad aprire la procedura punitiva e chiedere settantacinquemila euro.




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