La comunicazione? È un gioco, a condizione, beninteso, di conoscerla e rispettarne le regole. Come nel caso della serie elvetica che da oggi promuove il Museo della comunicazione di Berna, l’unica istituzione del settore in Svizzera.
Menzionato per la prima volta nel 1893, il Museo viene formalmente organizzato solo nel 1907. Di tappa in tappa si arriva ai preparativi per il secolo di vita. Avranno il loro coronamento domani, con l’inaugurazione di “As time goes byte”, che in posta giudicano come “la prima grande mostra sulla storia del computer e della cultura digitale” mai organizzata nel Paese. All’allestimento se ne affiancherà un secondo, dedicato al francobollo e al suo significato sociale, politico e culturale.
Ma è stato fatto anche di più: le due cartevalori commemorative propongono la “sorpresa”: offrono altrettante scene, di persone che giocano a passaparola, animate. Questo grazie alla tecnica lenticolare, che assembla più immagini; ruotando il francobollo, è possibile avere l’impressione del movimento.
Idea simpatica ma non certo innovativa: fra i precedenti paragonabili, occorre citare l’emissione irlandese dell’anno scorso e quella neozelandese del 2004.