“Un uomo rivela la propria anima quando ama, e nella corrispondenza con Mary Haskell trovai finalmente il mondo interiore di Gibran Kahlil Gibran”. Così Paulo Coelho introduce il libro “Lettere d’amore del profeta” (richiama “Il profeta”, dello stesso Gibran), edito da Bompiani (144 pagine, 10,00 euro).
Il protagonista nacque lungo il 1883 nel villaggio di Bšarri, attuale Libano. All’età di undici anni emigrò negli Stati Uniti con la madre ed alcuni fratelli. Dedicò la maggior parte della propria vita adulta alla pittura, ma ha finito per essere conosciuto a livello mondiale grazie a quanto scrisse. Quando morì (nel 1931), viveva con Barbara Young, che in seguito ne avrebbe predisposto la biografia.
L’interlocutrice epistolare, statunitense, visse tra il 1873 ed il 1964; fu testimone del successo di colui che in precedenza aveva definito il “mio amato”. Il loro carteggio era destinato alla distruzione, ma le cose andarono diversamente ed oggi le missive, oltre seicento, si trovano all’Università della Carolina del Sud, dove possono essere consultate. Una parte è al centro del volume.
“Penso -annota ancora Coelho- che, in fondo, egli sapesse che un giorno tutta la sua corrispondenza personale sarebbe stata pubblicata. E volle perciò mostrarsi nella sua interezza, senza mistificare il proprio ruolo di scrittore”.