Che la semplice lettera “B” sui nuovi francobolli sia insufficiente per far capire al pubblico di cosa si tratti era una facile ipotesi emersa fin dai primordi (non è un caso se all’estero, dove il sistema è in uso da decenni, ci si sia pian piano orientati verso soluzioni più chiare). Ipotesi negli ultimi tempi confermata da segnalazioni, dati, proteste formali a Poste italiane. Ecco il caso tipico, e tutto sommato non importa se a compiere l’errore sia stato il mittente in autonomia o con l’indicazione dell’addetto allo sportello. Un plico inviato il 20 luglio dal Cmp di Bologna a Parma ha scontato un costo maggiore del necessario, 1,25 euro invece di 1,10. Di fatto, il “B”, valevole appunto per il porto ordinario domestico entro i venti grammi di peso indipendentemente dal tariffario in vigore, è stato considerato come uno 0,95 e per questo integrato con lo 0,15. A quando un provvedimento?
Chiarezza da serie “B”. Ossia, scarsa
07 Ago 2018 10:14 - ITALIAN ISSUES
Segnalazioni, dati, proteste formali: forse con i francobolli italiani senza nominale è meglio individuare un sistema più chiaro per indicare lo specifico servizio