Il “viaggio interiore” che il giornalista Nicola Maranesi ha voluto ricostruire riguarda il Primo conflitto mondiale ed i suoi combattenti. Per farlo, ha scandagliato gli epistolari, i diari, le memorie conservati nel fondo inedito dell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano (Arezzo). Ha intrecciato le diverse testimonianze; l’esito è un volume che dà voce a chi visse in prima persona l’esperienza bellica: racconti vivi e impressionanti, che continuano a rivelare aspetti della loro vita quotidiana, dal momento dell’arrivo al fronte fino a quello, per chi ha potuto goderlo, del ritorno a casa.
S’intitola “Avanti sempre - Emozioni e ricordi della guerra di trincea, 1915-1918”, edito dal Mulino (296 pagine, 22,00 euro). “È un libro scritto a 202 mani”, annota l’autore. “Le mie insieme a quelle di 100 soldati” che hanno lasciato documentazioni, poi approdate alla struttura toscana. “Mi aspettavo di trovare fango, freddo, neve, pidocchi, fame, giberne, baionette, e di raccontare queste cose «concrete». Che c’erano, ovviamente, ma accompagnate inestricabilmente da altre cose, meno tangibili ma che mi sono sembrate subito più importanti per capire il significato del vivere in una trincea”. Citando “amore, odio, nostalgia, speranza, delusione, e così via. Sentimenti, stati d’animo, emozioni. In una quantità industriale” (continua).