Proseguono gli aumenti tariffari. Ieri è toccato alla “raccomandata1”: non essendo tra le prestazioni comprese nel servizio universale, Poste italiane non è tenuta a comunicarne con anticipo i cambiamenti (al contrario, ad esempio, della posta ordinaria e della raccomandata tradizionale). Ad accorgersi è stata la clientela che si è presentata agli sportelli per spedire un invio veloce. Tabelle alla mano, i quattro scaglioni sono variati così: entro i venti grammi di peso il costo è passato da 6,40 a 6,90 euro; fino ai cento da 8,80 a 9,50; entro i trecentocinquanta da 10,70 a 11,50; fino ai duemila da 17,50 a 18,80. Al di là del nome e della pubblicità, il servizio non necessariamente viene svolto entro il giorno successivo all’accettazione e comunque il mittente deve consegnare il plico entro l’orario previsto, variabile secondo il luogo. Innanzi tutto, si parla di giorno lavorativo successivo, lungo il secondo semestre 2017 raggiunto nel 91,6% dei casi, e solo nelle tratte in cui il supporto è attivo. Poi, vi sono altri paletti. Il “J+1” (come lo indicano gli addetti ai lavori) diventa “J+2” se nella località coinvolta è operativo il recapito alternato (cioè il fattorino passa nella sequenza lunedì-mercoledì-venerdi-martedì-giovedì), oppure se la destinazione è compresa in una determinata lista; cresce come “J+3” se incorrono entrambi i frangenti. Quanto al sabato, per il quale c’è sempre il dubbio se sia considerato lavorativo o meno, la “raccomandata1” è recapitata solo nei comuni inseriti in uno specifico elenco.
Cresciuta pure la “raccomandata1”
06 Lug 2018 10:38 - NEWS FROM ITALY
Le revisioni introdotte ieri; non essendo una prestazione inserita nel servizio universale, Poste italiane non è obbligata ad annunciarla in anticipo