“Pensa cosa avrei fatto a quest’ora se fossi cresciuto a Parigi o a Berlino come ambiente... Ho la nostalgia di Milano nel mio studio... Ma in quale solitudine devo tornare. Basta! avanti!”. Oppure: “In questi giorni sono ossessionato dalla scultura! Credo di aver visto una completa rinnovazione di quest’arte mummificata”.
È con tali citazioni, tratte dal carteggio condiviso con l’amico Vico Bauer, che si apre la mostra “Boccioni pittore scultore futurista”, visitabile a palazzo Reale fino al 7 gennaio. Scelta non casuale: attraverso testimonianze come queste oggi è possibile ricostruire il percorso compiuto da Umberto Boccioni, focalizzare il momento in cui cominciò ad interessarsi alla scultura, visto che delle tredici opere realizzate oggi ne restano solo quattro.
Ma oltre alle citazioni, il percorso milanese pone sotto teca veri documenti postali. Come la cartolina indirizzata allo stesso Boccioni e firmata, fra l’altro, da Carlo Carrà, Aldo Palazzeschi e Ardengo Soffici. Oppure la busta intestata a “Mouvement Futuriste dirigé par F.T. Marinetti - Milan - Corso Venezia, 61”, destinata al collega Medardo Rosso, altro personaggio citato dalla mostra.
Ad Umberto Boccioni (1882-1916) in qualità di pittore l’Italia ha dedicato un 150 lire il 26 luglio 1976 con “Figura di donna a tavola”, mentre il 52 centesimi uscito il 26 novembre 2003 cita un’opera di Giacomo Balla intitolata “Linee-forza del pugno di Boccioni”.
Ndr: la mostra è stata prorogata fino al 25 febbraio 2007.