Torna Marco Ventura tra gli artefici dei francobolli emessi dal Vaticano. È lui ad essersi occupato del 95 centesimi che il 17 novembre ricorderà l’Ordine dei predicatori domenicani, nell’ottavo centenario trascorso dalla sua fondazione.
Nel dentello, tirato in centocinquantamila esemplari come massimo (i fogli sono da dieci), compare il profilo di un frate nell’abito bianco e nero, dove il bianco sta a significare purezza e castità, mentre il nero sottintende rinuncia e penitenza. Arricchiscono il disegno la stella ad otto punte, indice di illuminazione e sapienza ma anche di predestinazione, ed il cane con la fiaccola, simboleggianti rispettivamente la fedeltà e la diffusione del verbo del Signore.
L’emissione vede protagonista ideale Domenico di Guzmán. Originario di un villaggio montano della Vecchia Castiglia, in Spagna, dove nacque l’8 agosto 1170, con l’approvazione di papa Onorio III nel 1216 fondava l’Ordine dei frati predicatori, convinto che la Chiesa -spiegano da oltre Tevere- “dovesse riscoprire l’autenticità del messaggio evangelico attraverso la preghiera, lo studio e l’ascolto della parola di Dio”. Partendo dalle fondamenta della “Regola” agostiniana, la nuova struttura trovò nell’equilibrio tra contemplazione ed azione la propria specificità, riproponendo il modello di vita degli apostoli. Fu a Bologna che sorsero i primi due conventi e proprio in uno di questi l’artefice volle rifugiarsi subito prima di spegnersi il 6 agosto 1221, estenuato dalle continue penitenze e dall’incessante impegno. Gregorio IX lo canonizzò il 3 luglio 1234.