Quadri a soggetto postale e cartoline. È quanto trova -oltre ovviamente ad altro materiale- chi visiterà la mostra “Arte e diletto - Valeria Pasta Morelli (1858-1909) e le pittrici del suo tempo” allestita a Rancate, sobborgo di Mendrisio (Svizzera), e raggiungibile sino al 26 agosto.
Due in particolare i dipinti di settore, entrambi oli su tela. Il “Ritratto maschile” del 1854 è dovuto a Bernardino Pasta (1828-1875); il “Fanciulla con fotografia” (o “La lettera”) venne realizzato attorno al 1890 dalla protagonista, Valeria Pasta Morelli. Il primo -viene spiegato- raffigura un personaggio che non è stato possibile identificare, ma che si presume appartenesse alla borghesia imprenditoriale: lo testimoniano le località vergate sulle lettere appoggiate sul tavolo. La presenza epistolare nel secondo associata allo scatto, invece, evoca la distanza che separa mittente e destinataria.
L’idea del percorso, curato da Mariangela Agliati Ruggia, Stefania Bianchi e Sergio Rebora, nasce da un’importante donazione -trentaquattro tra opere a pennello, anfore, album di studi, medaglie e diplomi- riguardante una delle rare donne pittrici che il Ticino conti: appunto Valeria Pasta Morelli. Rare ed oltretutto spesso confinate nell’ambito familiare. Anche per questo motivo quasi sempre dimenticate. È stata la nipote a destinare, alla sua morte, il lascito alla Pinacoteca “Giovanni Züst”, sede dell’esposizione attuale.
Fu una delle poche ragazze a frequentare l’Accademia di Brera. Raccolse premi e riconoscimenti, mentre in patria la “Gazzetta ticinese” la celebrava come “esimia giovane artista”; il matrimonio con un alto funzionario dell’Esercito italiano chiuderà tuttavia le ambizioni. La rassegna intende far luce sulla sua personalità, non mancando di contestualizzarla nel particolare ambito nel quale si muoveva. Lo zio, ad esempio, era proprio Bernardino Pasta, inserito nella cerchia degli Induno che godette di buona fama.
Una sezione presenta inoltre lavori di altre signore attive contemporaneamente nell’area, come Adele Andreazzi, Marie-Louise Audemars Manzoni, Giovanna Béha-Castagnola, Olga Clericetti, Regina Conti, Elisa Rusca, Antonietta Solari. Appartenenti quasi tutte a famiglie della borghesia locale, non frequentarono le accademie né le scuole di disegno. Coltivavano privatamente la loro passione, come un hobby piuttosto che come un lavoro, e si esercitavano perlopiù negli studi dei professionisti.