Pietro Annigoni? L’assessore all’educazione del Comune di Firenze, Rosa Maria Di Giorgi, non ha dubbi. “È uno dei grandi uomini di questa città” e, riferendosi al Museo a lui dedicato, ha aggiunto: “vorremmo che fosse più visitato”:
Sono due dei concetti risuonati questo pomeriggio a palazzo Vecchio, dove l’Ente Cassa di risparmio cittadina ha organizzato la cerimonia di presentazione del 60 centesimi da oggi agli sportelli. Non a caso, il presidente della medesima struttura, Michele Gremigni, ha espresso grande soddisfazione per l’esito raggiunto. “Abbiamo avuto subito un entusiasmo particolare da parte di enti, istituzioni e persone coinvolte. Il mezzo filatelico è uno strumento eccezionale per veicolare le informazioni, anche se oggi ci sono internet” e altri sistemi. Poi ha ricordato come l’istituzione del Museo, tre anni fa, ha evitato che il patrimonio dell’artista venisse disperso, e magari andasse all’estero.
A rappresentare Poste italiane c’era la responsabile della filatelia, Marisa Giannini. La quale ha detto come non potesse mancare un riconoscimento da parte dello Stato, prodotto in quattro milioni di esemplari, per l’interprete delle regine, ma anche dei poveri e dei diseredati. Il francobollo -è il suo pensiero- “farà ricordare il pittore e l’uomo. A 170 anni dalla sua nascita, il francobollo continua a riassumere tutto il patrimonio artistico e culturale del nostro Paese”.
In questi ultimi anni -ha aggiunto la moglie del protagonista, Rossella Segreto Annigoni- “la considerazione artistica è cresciuta, grazie ai suoi estimatori ma anche all’Ente Cassa. Un commosso ringraziamento va a Poste italiane per un evento straordinario”.
Il suo nome -ha concluso la presentazione lo storico dell’arte Antonio Paolucci- suscita contrastanti passioni. Sta nel cuore del Novecento come una presenza ingombrante e imbarazzante. Egli ha voluto dimostrare come in pittura si potessero rappresentare la contemporaneità e allo stesso tempo il vero, avendo tutti contro. Ritraeva Elisabetta II ma anche persone controverse come lo scià di Persia. Quanto alla carta valore, propone un autoritratto realizzato allo specchio, come si usava. Quando lo fa, si è appena usciti dalla Seconda guerra mondiale (è il 1946) e lui ha trentasei anni. Per questo l’opera mostra la “maturità precoce” tipica della sua generazione. Fa pensare ad autori del passato, ma non è un copista ed è forse questa la sua principale caratteristica.
Per l'appuntamento, e per l'iniziativa editoriale collegata, è giunta una medaglia offerta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.