“Però -conclude l’intervista con «Vaccari news» Mario Pozzati- a livello filatelico tutto ciò non ha interessato mai più di tanto, anche perché a noi collezionisti, di solito, interessano i pezzi che abbiano a che fare coi francobolli, mentre il nostro frazionario li coinvolge solo per puro caso (ad esempio, per gli annulli «numeralizzati» o per il breve periodo in cui fu in vigore la tariffa del diritto di ricevuta di 10 lire sui vaglia). Per capire meglio la storia, invece, è necessario, secondo me, considerare il frazionario come una chiave primaria”.
Ed ora? “Negli ultimi tempi è ritornato prepotentemente in auge, chiamato ad individuare gli uffici postali, oltre che per tutti i servizi a danaro, anche per altri supporti, come quelli di corriere, le «tp label», i conti correnti, per la ricerca nel database degli stessi uffici presente sul sito internet di Poste italiane. Poi, ha cominciato a ricomparire (sporadicamente) in alcuni timbri”.
Recentissima è l’associazione ai contenitori metallici puntoposte. “In tale caso, la sequenza a cinque cifre, che Poste stessa definisce «frazionario», presente nel relativo elenco si spiega così: vi è una provincia ideale, la 00, che in realtà identifica la rete degli armadietti; questi ultimi sono individuati uno ad uno dai tre numeri finali”.
“Non c’è da stupirsi… Del resto, vista l’informatizzazione sempre più invasiva di ogni aspetto delle nostre società, i codici ormai li troviamo nei posti più impensati, e per chi c’è già da oltre un secolo gli utilizzi si moltiplicano” (fine).