Un episodio della Prima guerra mondiale “che ancora oggi suscita l’indignazione e mobilita le coscienze di una intera comunità”. La quale, a distanza di cento anni, chiede che a quattro “penne nere”, fucilate in Carnia, sia restituito l’onore. A domandarlo è, fra l’altro, l’Associazione nazionale alpini, che poi scende nei dettagli; il riferimento è a quanto accadde l’1 luglio 1916 a Cercivento (Udine). Il caporal maggiore Gaetano Ortis, i caporali Giovan Battista Corradazzi e Basilio Matiz e l’alpino Angelo Massaro, in forza alla 109ª Compagnia dell’8° Reggimento, furono fucilati per diserzione dopo un processo sommario. Si erano limitati a far notare che un attacco in pieno giorno contro le postazioni austriache (sulla cima del monte Cellon) si sarebbe trasformato nell’ennesima, inutile, carneficina. “Un piccolo episodio, forse, che condensa in sé ciò che poi sarebbe diventata consapevolezza storica: l’inettitudine di certi comandanti, le inutili stragi, l’ottusità della giustizia militare”. Per la circostanza, il Comune friulano ha definito alcune iniziative, volte a far conoscere, spiegare e riflettere, prevedendo cerimonie, video, attività culturali. Non mancherà l’annullo, per realizzare il quale (e per le relative cartoline) sono stati coinvolti gli alunni della locale scuola primaria. Sarà impiegato domani, presso il centro sociale di via Taviele 5, dalle ore 14.30 alle 19.30.
Fucilati ma innocenti
30 Giu 2016 17:30 - NEWS FROM ITALY
Ad un secolo di distanza, domani verranno ricordati quattro alpini uccisi per ordine superiore a Cercivento (Udine). Non mancherà l’annullo