“La sostituzione della sola leggenda, però, non era sufficiente a mettere in evidenza le sfrenate ambizioni della casta militarista; occorreva qualche cosa di più tangibile e quindi -nell’aprile (in realtà da gennaio, ndr) del 1900- venne fuori la nuova serie, i cui soggetti, riconosciuti adatti ad esprimere la mentalità germanica, non furono più mutati sino a quest’oggi”. Venendo declinati in diversi nominali (gli ultimi sarebbero giunti nei primi anni Venti) e tornando alla dizione “Deutsche reich”. È in questo modo che prosegue il ragionamento di Bertramo Peiroli (news precedente), pubblicato nel numero del 15 gennaio 1918 dal “Bollettino filatelico” e riguardante le cartevalori del nemico tedesco. Perché si era ancora nella Prima guerra mondiale. “Il tipo prescelto pei francobolli di piccolo taglio -dal 2 all’80 pfennig- destinati alle corrispondenze ordinarie, e quindi di maggiore uso universale, doveva significare al mondo la potenza del militarismo prussiano”. Ecco il soggetto “Germania”. Paul Waldraff, “al quale fu affidato l’incarico di eseguire il disegno secondo quel concetto ispiratore, prese a modella l’artista Anna Führing, le cui pletoriche fattezze le avevano allora procurato una grande notorietà. E la virago venne riprodotta col capo coperto della pesante corona imperiale, col petto fortemente corazzato, con la mano poderosa che impugna l’elsa di uno spadone enorme; lo spadone che doveva minacciare la pace e la tranquillità dei popoli! E a raffigurare, con la potenza, l’insensibilità del militarismo prussiano di fronte alle rovine che doveva cagionare purché le sue bieche mire fossero soddisfatte, si diede alla «Germania» un volto dai lineamenti duri ed un cipiglio fiero e arcigno” (continua).
Germania/2 “Un cipiglio fiero e arcigno”
13 Gen 2018 10:50 - NEWSPAPERS, MAGAZINES AND SITES
Così -sul “Bollettino filatelico” di un secolo fa- venne commentata la figura simbolica che dal 1900 compare nelle cartevalori tedesche