Un’ingiallita lettera, vergata a mano, che l’antiquario veronese Roberto Trentin tiene stretta nel suo letto di morte. È l’unico indizio trovato dalla giovane ispettrice Loreta Assensi. Ma è in corsivo, stile che la rivoluzione digitale del secondo millennio si è lasciata, ormai, alle spalle. Da qui la necessità di ricorrere ad un esperto per risolvere l’insolito caso d’omicidio. Insolito a partire dall’arma, perché chi ha ucciso lo ha fatto con i... fiori. Ad aiutare l’investigatrice saranno un docente e ricercatore fuori dalle righe e dal tempo e un collezionista che sta cercando l’uomo del falso di Buenos Aires. È un giallo che si muove tra la storia postale e la filatelia, con il “presagio di un mondo il cui passato presto svanirà nell’effimera vita di uno stile di comunicare senza più carta, senza più inchiostro”. Dovuto a Marco Nundini, il libro si intitola “Vite corsive” (180 pagine, 13,00 euro, Ibiskos editrice Risolo). Pubblicista emiliano ora a Verona, l’autore ha lavorato con le maggiori riviste italiane di viaggi e turismo ed è filatelista. “Nulla di altamente specialistico”, precisa a “Vaccari news”. Partendo da una collezione di francobolli nuovi della Repubblica, “iniziata da bambino e poi rimasta latente per molti anni (penso di essere stato il socio più giovane del dopolavoro postelegrafonico di Reggio Emilia), ho costruito poi una serie di raccolte trasversali che seguono però il rigido imprinting della ricostruzione storica e sociale del nostro Paese”. Un dettaglio importante. “In fondo -dice- è la magia dei dentelli e della storia postale che consente di ricostruire frammenti importanti della nostra storia ad ispirare la trama del romanzo”.
Giallo postale in riva all’Adige
26 Nov 2008 16:04 - BOOKS AND CATALOGUES
Non solo l’imminente manifestazione collezionistica; è ambientato a Verona un intrigo filatelico...