I figli dei dipendenti tra sportelli e impianti. È tornata oggi, per la sesta edizione, l’annuale “Poste aperte”, versione aziendale di quel “Bimbi in ufficio” che, promosso da “Corriere della sera” e “La stampa”, attorno al 20 maggio ha coinvolto almeno un centinaio di realtà, fra le quali Poste vita.
Per quel che concerne Poste italiane, sono ventinove le strutture che adesso hanno aderito: la sede centrale dell’Eur; le filiali di Asti, Brindisi, Campobasso, Castrovillari, Foggia, Genova 2, La Spezia, Lecce, Matera, Perugia, Pescara, Pisa, Reggio Calabria e Varese; i centri meccanizzati di Ancona, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Milano, Napoli e Roma Fiumicino; i centri postali operativi di Cuneo e Parma; l’unità risorse umane regionale di Palermo. In ognuna, inoltre, era disponibile l’annullo speciale, dove il solito disegno del bambino impiegato come logo innalza la bandiera, chiaro riferimento al tema scelto: il centocinquantesimo dell’Unità.
In base alle stime, hanno aderito circa 1.700 piccoli di età compresa tra i tre e i dodici anni, cui sono stati offerti momenti di gioco e intrattenimento nonché visite guidate per far conoscere gli ambienti dove lavorano i genitori.
Ancora una volta, è stato associato il progetto di adozione a distanza promosso dalla fondazione Aiutare i bambini; riguarda venti giovanissimi del villaggio di Charawe, sull’isola di Zanzibar (Tanzania), ed è finalizzato a garantire loro un’istruzione e una alimentazione adeguata.