Sempre più bancoposta, prodotti assicurativi e finanziari per Poste italiane. Che chiude il bilancio 2005, ieri discusso al consiglio di amministrazione ed oggi presentato formalmente, per la quarta volta consecutiva in positivo, con oltre 16 miliardi di ricavi totali (+13,6%).
“Siamo -ha detto l’amministratore delegato, Massimo Sarmi- fra le più grandi aziende del Paese, come dimensioni e fatturato”, e l’attività risulta sempre più orientata all’ambito elettronico.
Oggi è il ramo assicurativo –che incamera il 42,2% dei ricavi totali- quello più interessante, mentre il settore postale ne registra appena il 31,6%. Soddisfazione giunge anche da prodotti singoli, come la carta ricaricabile “postepay”, una soluzione all’avanguardia soprattutto per gli acquisti attraverso internet.
Fondamentale, secondo Sarmi, resta la presenza sul territorio. “La maggior parte degli operatori all’estero ha chiuso gli uffici periferici; noi con la tecnologia portiamo il mercato dove ci sono le persone, non viceversa. Lo dimostrano i nuovi correntisti, il 30% dei quali prima non aveva un conto corrente”.
E per il futuro? Pur rimettendosi alle decisioni che il nuovo Governo assumerà, secondo Sarmi è ormai da escludere la privatizzazione durante l’anno in corso. Il primo trimestre 2006 offre una redditività aumentata e, più in là nel tempo, l’avvenire potrebbe essere lo sviluppo societario verso, ad esempio, “un grandissimo provider”. Previste novità anche nei recapiti: un domani “non solo il mittente, ma anche il destinatario avrà la libertà di decidere le modalità con le quali ricevere corrispondenza e pacchi a orari e in luoghi da lui definiti”. Riscoprendo, per certi versi, quanto il Belgio faceva alla fine dell’Ottocento, avendo previsto una bandella staccabile dai francobolli per autorizzare o meno la consegna di domenica.
Per tornare al bilancio, la filatelia ha registrato un +23,2% rispetto all’anno precedente, passando dai 96,1 milioni ricavati nel 2004 ai 118,5 del 2005.