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editor Fabio Bonacina

27098 news from 8/3/2003

Del primo autore, finiranno alla Biblioteca nazionale di Napoli tre lettere; del secondo, la Biblioteca nazionale centrale di Roma riceverà 630 manoscritti

Il dicastero per i Beni e le attività culturali (il richiamo al turismo è scomparso dal nome) ha comprato corrispondenze; nel dettaglio, tre lettere spedite da Giacomo Leopardi ed un congruo numero di documenti riguardanti Giuseppe Ungaretti (630 carte, di cui 166 missive).

Il patrimonio del Paese -ha detto il ministro Alberto Bonisoli- si arricchisce “delle preziose testimonianze autografe di due grandi autori della letteratura italiana”; troveranno collocazione rispettivamente nella Biblioteca nazionale di Napoli e nella Biblioteca nazionale centrale di Roma, dove già i due personaggi sono valorizzati con altro materiale.

L’acquisto -ricorda il direttore generale Paola Passarelli- “risponde alla missione istituzionale di conservazione di documenti e testimonianze di alto valore culturale e al contempo costituisce una vera e propria operazione della memoria”. I reperti sarebbero andati all’asta della Minerva-Finarte. Considerate di raro pregio e quindi sottoposte a vincolo, le acquisizioni sono state effettuate a trattativa privata, pagandole 100mila e 125mila euro.

Quanto al primo lotto, il poeta scrive all’amico e storico della medicina a Macerata Francesco Puccinotti, con il quale soleva scambiare commenti e suggestioni. In particolare, nell’epistola inviata da Bologna il 14 aprile 1826, il mittente si lancia in “un’ammonizione filosofica” rispetto alla reputazione dell’uomo, che “non dipende dal posto che siate per occupare ma dalla vostra scienza e dal vostro ingegno”. Le altre vennero spedite allo stesso destinatario da Recanati il 23 aprile 1827 (si conclude con la consueta invettiva alla città natale) e da Firenze il 16 agosto 1827 (qui si dichiara in condizioni fisiche disastrose).

Il secondo corpus è organizzato in tredici cartelline ordinate dal genero del protagonista, Mario Lafragola. Vi fa parte una copiosa e varia corrispondenza, collocabile principalmente negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso; ricostruisce l’eccezionale attività di relazioni intrecciate dall’artista, ad esempio con Corrado Alvaro, Riccardo Bacchelli, Attilio Bertolucci, Carlo Betocchi, Giorgio Caproni, Alfonso Gatto, Mario Luzi, Lalla Romano, Edoardo Sanguineti, Leonardo Sciascia, Vittorio Sereni, Ignazio Silone, Elio Vittorini, Andrea Zanzotto, Cesare Zavattini. Si aggiungono testi poetici in varie stesure, prose, interventi critici, lezioni universitarie, bozze ed appunti.

Due dei documenti acquisiti dallo Stato, uno di Giacomo Leopardi e l’altro di Giuseppe Ungaretti
Due dei documenti acquisiti dallo Stato, uno di Giacomo Leopardi e l’altro di Giuseppe Ungaretti



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