Un elemento positivo in un contesto che, dal punto di vista economico, appare davvero preoccupante per l’Istituto di studi storici postali. Il ministero per i Beni e le attività culturali -attraverso la Soprintendenza archivistica per la Toscana- ha avviato il procedimento amministrativo per dichiarare di “interesse particolarmente importante” l’archivio riguardante la posta militare italiana tra il 1908 e il 1950. Un insieme -si legge nella comunicazione ufficiale- in grado di testimoniare “il funzionamento dei servizi postali militari italiani in tempo di guerra”.
“È un’ottima notizia -commenta il direttore dell’Issp, Andrea Giuntini- in quanto valorizza un patrimonio di carattere storico significativo, una fonte preziosissima sulle comunicazioni tra i vari settori amministrativi. E lo lascia in affido a Prato, nello specifico alla nostra onlus. La stessa città che negli ultimi tempi non ha potuto acquistare, per problemi economici, un altro insieme memorabile, l’archivio del concittadino, che fu scrittore e giornalista, Curzio Malaparte, ora portato a Milano”.
In questo caso non occorrono fondi per acquistarlo, in quanto è già nelle disponibilità dell’Istituto. Il provvedimento impone alcuni vincoli, come il divieto di smembramento, l’approvazione di opere e lavori, la denuncia degli eventuali atti di trasferimento della proprietà. “Vincoli -ricorda Andrea Giuntini- che saranno più complessi da rispettare nel momento in cui lo stesso Istituto -come potrebbe accadere l’anno prossimo, nonostante le iniziative che stiamo definendo- dovesse chiudere per mancanza di fondi, con il possibile ritorno dell’archivio a Roma”. “Ci auguriamo un intervento degli enti toscani affinché... rimanga aperto e l’archivio resti a Prato”.
L’insieme conta su 400mila documenti, organizzati in faldoni che si sviluppano per sessanta metri lineari. Dopo l’ultimo conflitto venne passato all’allora ministero delle Poste e delle telecomunicazioni e da questo, nel 1982, affidato all’Issp, con il compito di conservarlo e metterlo a disposizione degli studiosi.
In base alle normative in vigore, la procedura dovrà completarsi entro sei mesi.