Vale 2,60 euro il nuovo omaggio a Giovanni (Giovannino) Guareschi. Si tratta -anche se si può confondere la “g” con un “9” (forse è meglio, in futuro, cambiare la grafica)- di un “B-50g”. In parole povere, il francobollo serve per invii nazionali ordinari di secondo porto (quindi tra i venti ed i cinquanta grammi di peso). È stato emesso oggi, almeno in teoria. Con annullo speciale a Cervia (Ravenna), luogo dove lo scrittore, giornalista e umorista è morto mezzo secolo fa, il 22 luglio 1968.
Inserito nella serie “Il patrimonio artistico e culturale italiano”, il tributo è autoadesivo, stampato in un milione di unità con fogli da ventotto. Quanto al bozzetto, è dovuto a Silvia Isola. Propone il necessario ritratto, cui si aggiungono la firma ed un foglio dattiloscritto: è la pagina originale di un racconto inedito, con protagonisti i famosi personaggi di don Camillo e Peppone, i cui nomi sono evidenziati in neretto. Il documento proviene dall’archivio personale esistente a Roncole Verdi, frazione di Busseto (Parma).
“Umorismo, fede, libertà. Sono questi i «segni distintivi» della figura e dell’opera”, annota nel bollettino illustrativo il presidente onorario del Club dei ventitré, Giovanni Lugaresi. La sua produzione “offre uno spaccato di vita civile, politica, letteraria, spirituale e del costume dell’Italia dagli anni Trenta al Sessantotto. Uno spaccato di storia, non soltanto nazionale, del quale il nostro fu a un tempo testimone e protagonista, vivendo -e scontando- sulla sua pelle quel senso di libertà, di dignità e di fede che gli erano proprii, accadesse quel che poteva accadere”. Distaccandosi dall’arcinota figura di intellettuale prono ai potenti, compiacente ai loro desiderata. Perché ogni azione, e ogni scritto, “passavano attraverso il filtro della coscienza, unico vero padrone cui obbedire. E quella di Guareschi era retta coscienza cristiana, che bandisce ogni tipo di pratica, materiale e materialistica, convenienza per rendere testimonianza unicamente alla Verità”.