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editor Fabio Bonacina

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Delude la prima giornata in Borsa: dopo un avvio in rialzo, Poste italiane ha chiuso con un -0,74%. Secondo gli specialisti, occorre guardare lontano

Debutto, avvenuto ieri, in salita per la collocazione in Borsa di Poste italiane. “Debutto senza botto”, scrive ad esempio il “Corriere della sera”. “Partite in rialzo del 2% sul prezzo di collocamento di 6,75 euro, le azioni hanno chiuso in calo dello 0,74% a 6,70 euro. «L’investimento è di lungo periodo»”, ha spiegato l’amministratore delegato Francesco Caio.

“Le manovre dei fondi esteri deprimono il titolo”, ha aggiunto “La stampa”. “Chi si aspettava fuochi d’artificio è andato deluso”.

“Un prezzo che lascia forse un po’ di amaro in bocca anche ai numerosi piccoli risparmiatori che lo hanno sottoscritto”, precisa “Il sole 24 ore”. “Certo, come si è più volte sottolineato nei giorni scorsi, l’investimento in Poste italiane deve essere valutato non in poche ore, se non minuti, ma nel lungo termine nell’ottica del tipico «cassettista». Qualche dubbio però rimane, anche fra gli analisti”. La promessa di dividendi significativi (nell’esercizio 2015 e in quello 2016 sarà distribuito almeno l’80% degli utili) ed il premio fedeltà (un’azione ogni venti -dieci con il personale dell’azienda- per chi le conserverà almeno un anno) “hanno contribuito probabilmente a rafforzare la domanda, ma non sono riuscite per il momento a dare altrettanta spinta”.

Secondo quanto dichiarato dall’operatore, alla chiusura dell’offerta globale di vendita sono pervenute richieste per 1.530.154.215 azioni; ne sono state assegnate 498.300.000 a 179.226 interessati. Per la precisione, 362.399.950 ad investitori istituzionali e le restanti 135.900.050 al pubblico indistinto ed ai dipendenti. Ricordando il prezzo istituzionale di 6,75 euro, la capitalizzazione della società è di circa 8.816 milioni di euro.

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