Uno stupendo “Trompe-l’œil”, olio su tela del 1699 di Edwaert Collier dove, tra giornali, penna, medaglia ed altri accessori, campeggiano due lettere, una con tanto di ceralacca. È la copertina -ma la scena prosegue al retro- del libro “L’invenzione delle notizie - Come il mondo arrivò a conoscersi”, scritto dal docente in Storia moderna Andrew Pettegree.
La citazione postale presente già sulla sovraccoperta non è fortuita, visto il tema esaminato. L’autore cerca di spiegare, infatti, in che modi e con quali strumenti la gente veniva informata di ciò che accadeva nel mondo prima che la stampa fosse diffusa. E quali reti consentivano di comunicare a distanza notizie e idee. Dal Medioevo all’Età moderna, pagina dopo pagina (e sono 550), ecco missive tra mercanti, libelli, ballate, sermoni, editti, dispacci, chiacchiere da taverna…
Nell’era preindustriale -ricordano dalla casa editrice, Einaudi- le novità venivano raccolte e diffuse attraverso le conversazioni ed il pettegolezzo, le cerimonie civili e religiose, le prediche e gli annunci degli araldi. Poi, la tecnica permise il salto di qualità ed arrivarono le pubblicazioni periodiche nonché i primi fogli di notizie: l’informazione, insomma, passò dal ristretto ambito locale alla platea planetaria.
L’attenzione del professore, inoltre, si pone su chi controllava le voci e su chi le trasmetteva; sull’uso di esse come strumento di protesta politica e di riforma religiosa; su questioni di riservatezza e di stimolo dell’opinione pubblica; sulla continua ricerca di elementi freschi e di confidenti affidabili; sul mutamento della percezione di sé delle persone affacciate a questa nuova finestra aperta…
In Italia il volume costa 34,00 euro.