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editor Fabio Bonacina

27145 news from 8/3/2003

L’allestimento rientra tra le iniziative per il secolo dalla tragedia. E non mancano i richiami postali...

Una delle vignette benefiche citate dalla stampa come “francobolli”
Una delle vignette benefiche citate dalla stampa come “francobolli”

Pensare che, dopo cent’anni, le fotografie scattate in Sicilia e in Calabria e trasformate in cartoline rimangono una delle fonti iconografiche per documentare il disastro. Nella loro crudezza, propongono le macerie provocate dal sisma del 28 dicembre 1908, i ricoveri di emergenza fra cui la baracca con l’ufficio postale, ma anche la difficile vita dei sopravvissuti e di quanti (a cominciare dai marinai russi, citati nel 6 copechi sovietico del 20 settembre 1978) accorsero per aiutare.

Dramma attestato dai giornali dell’epoca, che per buona parte del mese di gennaio informarono su eventi, reazioni, bilanci. Le testimonianze base degli articoli arrivavano –quando funzionava- attraverso il telegrafo e si scrisse addirittura di “francobolli pro Sicilia e Calabria” (in realtà chiudilettera dentellati dall’inconsueta forma triangolare) “da vendersi a beneficio dei danneggiati”, mentre in cronaca si pubblicavano gli elenchi degli “impiegati postelegrafici superstiti”.

La mostra a Messina rappresenta la nuova tappa, e forse la più intensa, del progetto “Terremoti d’Italia”, promosso dal Dipartimento della protezione civile e fino all’8 febbraio ospitato al teatro Vittorio Emanuele, in via Garibaldi. Con il titolo “Centenario del terremoto dello Stretto - per non dimenticare” e tre aree riguardanti la memoria, la conoscenza e la difesa, cita alcuni dei sismi degli ultimi decenni, “ospitando prestigiose opere provenienti da tutta Italia, grazie alla collaborazione di musei, archivi, biblioteche, gallerie pubbliche e private”.

Non mancano gli aspetti dimostrativi, come una simulazione di casa sottoposta alle scosse e la riproduzione di un abitato con ponti e fabbricati protetti in modo differente. Tra gli oggetti, accanto a strumenti scientifici ed espressioni artistiche, le lettere di solidarietà inviate ai malcapitati nonché un telegramma di Giovanni Pascoli in cui è riportato l’inizio di un discorso sul terremoto calabro-siculo. Le cartoline, circa 160, provengono dall’archivio di Enrico Sturani.

“L’esposizione -è la sottolineatura dei promotori- rappresenta anche una provocazione sulla questione nazionale della prevenzione sismica, rispetto alla quale resta ancora moltissimo da fare, per accelerare il processo di messa in sicurezza degli edifici sull’intero territorio”.

Ad ingresso libero, è aperta dal martedì alla domenica negli orari 9.30-13 e 16-19.

Nelle fotografie cartolinizzate dell’epoca, la cruda realtà (archivio Enrico Sturani)
Nelle fotografie cartolinizzate dell’epoca, la cruda realtà (archivio Enrico Sturani)



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