Una settimana dopo la denuncia del presidente della Regione Veneto sulla vicenda del plico contenente la relazione oncologica consegnata parecchio tempo dopo il suo affidamento alla rete di Poste italiane, giungono nuovi particolari.
Lo stesso Luca Zaia, infatti, oggi ha confermato che pure l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, cui è demandata la tutela sul settore, ha deciso di indagare. “Il referto, spedito dalla Ulss di Castelfranco Veneto il 19 dicembre 2013, era stato recapitato alla paziente soltanto il 19 gennaio 2014. Il disservizio è costato all’assistita un ritardo nell’inizio della chemioterapia”. È quanto annotano dalla Regione, in questo differenziandosi dalla società diretta da Massimo Sarmi, secondo la quale l’invio venne “affrancato il 31 dicembre scorso”. È lo stesso dettaglio pubblicato dal “Gazzettino”: “Ho scoperto -spiega, secondo quanto riportato dal quotidiano, la diretta interessata- che l’esito dell’esame era pronto il giorno seguente (a quello del controllo, ndr) e mi era stato spedito a casa il 27 dicembre, anche se sulla busta compariva il timbro 31 dicembre”.
In ogni caso, il 22 gennaio, nell’ambito dell’attività di monitoraggio e vigilanza di propria competenza, l’Agcom ha chiesto di fornire “ogni chiarimento e dettaglio utile ai fini di individuare le cause del grave disservizio presso l’ufficio postale di Mareno di Piave” (Treviso). Inoltre, “ha immediatamente preso contatto con le autorità competenti al fine di poter acquisire copia del verbale che è stato redatto dai carabinieri”: da notizie di stampa emerge che nella sede “sia stata rinvenuta una quantità notevole di posta in giacenza”.