Tre miliardi e 400 milioni di corrispondenze: sono quelle che vennero lavorate in Italia, secondo una stima dell’Ufficio storico dello Stato maggiore, durante la Prima guerra mondiale. Una massa enorme, anche considerando il tasso di analfabetismo (a sud delle Alpi, il 48% della popolazione, sceso al 35% alla fine del conflitto). Si tratta di lettere, posta di servizio, militare. Ma, soprattutto, di cartoline. “Un’occasione di lavoro -scrive Roberto Todero nella prefazione al libro «Cara mamma ti scrivo - Le cartoline dei soldati della Grande guerra»- per tante piccole tipografie e per tanti artisti, noti o ignoti, che si impegneranno nella creazione di sempre nuovi motivi”. Fra questi figurano Carlo Carrà, Michele Cascella, Marcello Dudovich, Achille Luciano Mauzan, Antonio Rubino, Gino Serverini...
Per i soldati -aggiunge l’autore, Italo Cati- la cartolina “è sempre stata la forma più rapida e più comoda di comunicazione, ma certamente, date le sue dimensioni, obbligava lo scrivente ad autentiche acrobazie calligrafiche (per chi ne era capace)”.
Il volume offre un’ampia selezione di materiale suddiviso per specialità, dai comandi alla cavalleria, dagli arditi alla logistica. Altri capitoli richiamano temi collegati, come sottoscrizioni e prestiti, scuole e istituti, propaganda, umoristiche. Si compone di 136 pagine con illustrazioni sia a colori sia, nell’area dedicata alle descrizioni, in bianco e nero. Costa 14,00 euro.