“Can graphic design save your life?”. Ovvero, “La progettazione grafica può salvarti la vita?”. È la curiosa domanda che dà il titolo alla mostra aperta fino al 14 gennaio a Londra. È ospitata alla Wellcome collection, museo e libreria impegnati ad approfondire temi quali la salute, la vita, il ruolo dell’uomo nel mondo.
Nelle vetrine, quella che viene presentata come la prima, grande esposizione volta ad esplorare i rapporti tra tale attività e la salute. Comprende numerosi oggetti prestati da strutture pubbliche e private, fra i quali manifesti, insegne lampeggianti da farmacia, scatole di medicinali, riproduzioni di murali e persino francobolli. Le cartevalori sono ben centodue, impiegate -è la precisazione data a “Vaccari news”- “per la stessa ragione degli altri reperti: sono buoni esempi di come la progettazione grafica sia sfruttata per veicolare informazioni ed avvertimenti riguardo la salute”.
In altre parole, l’allestimento considera il ruolo di tale attività per realizzare e comunicare al pubblico di tutto il pianeta messaggi adeguati, evidenziandone la natura diffusa e spesso subliminale quando si parla di ambiente, salute, senso di sé. Ad esempio, per le campagne contro il fumo (oppure la peste, la malaria, l’aids), le descrizioni del corpo umano dal XVI secolo ad oggi, le informazioni date negli ospedali, la relativa segnaletica con i caratteri ed i colori adottati, le risorse che aiutano a identificare ed esprimere diversi tipi di dolore, senza trascurare l’attuale approccio con i bambini. Anche per trasformare l’esperienza del degente e migliorarne il benessere in ambienti tradizionalmente considerati per la soggezione che incutono o comunque spiacevoli. L’ultima parte evidenzia come gli strumenti possano sensibilizzare ed innescare la risposta del singolo.
Al percorso hanno lavorato il designer grafico Lucienne Roberts e l’educatrice Rebecca Wright, fondatori della casa editrice Graphicdesign&, con la rappresentante della struttura ospite Shamita Sharmacharja.