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L’iniziativa da parte del senatore Gaetano Quagliariello, che ha sottoscritto un’interrogazione parlamentare a risposta scritta diretta al ministro allo Sviluppo economico, Luigi Di Maio

Gaetano Quagliarello (foto: Senato)
Gaetano Quagliarello (foto: Senato)

La vicenda delle aste filateliche autorizzate dalla legge di bilancio 2019 (è la 145 del 30 dicembre 2018, per la precisione il comma 617 dell’articolo 1) è tornata tra i banchi della politica. Gaetano Quagliariello (Idea - Popolo e libertà), coadiuvato per gli aspetti tecnici da Carlo Giovanardi, ha presentato oggi in Senato un’interrogazione a risposta scritta, indirizzata al ministro allo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, per capirne di più sull’operazione.

Insomma, si vuole sapere se il rappresentante del Mise è a conoscenza della situazione declinata nel testo introduttivo ai quesiti, del danno che verrebbe provocato a Poste italiane in caso di vendita del materiale sotto al valore nominale e del fallimentare precedente, quello dello stock ministeriale, caso di fatto sviluppatosi tra l’11 dicembre 1952 (quando venne approvata la legge 2.521, che prevedeva di costruire alloggi per i postelegrafonici cedendo i vecchi francobolli) ed il 24 febbraio 1967 (quando si concluse l’opera distruttiva).

Andando nel dettaglio, viene chiesto al rappresentante governativo “se conosca l'effettivo numero di francobolli giacenti e se siano ipotizzate delle stime di incasso al netto delle spese d'asta; se sia a conoscenza delle tempistiche, ovvero, se e quando cominceranno le vendite, come esse saranno organizzate; del ribasso percentuale rispetto al valore nominale; se esista già un elenco del materiale da cedere; se le vendite saranno riservate ad una determinata tipologia di interlocutori (ad esempio i commercianti) o a tutti; se siano previsti più lotti e più giornate di vendita”.

Nelle premesse, il sottoscrittore ricorda che “gli operatori del settore chiedono da anni la distruzione di quanto ancora giacente” e che “da una ricerca informale tra loro risulta che l’unico interesse per tale scorta sia la possibilità di impiegarla per affrancare, risparmiando sulle spese. Inoltre, all’estero non vi è un significativo interesse per le cartevalori nazionali, anche per gli argomenti trattati e la qualità grafica. Ergo, forse i grandi utenti potrebbero essere interessati all’acquisto, ma solo con la garanzia che i francobolli rimangano in corso legale come lo sono ora”.

Testo aggiornato il 22 gennaio 2019.

La normativa sottoscritta nel 1952
La normativa sottoscritta nel 1952



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