L’attenzione pubblica per i “corvi” e l’arresto del maggiordomo del pontefice Paolo Gabriele fa riflettere sul recentissimo libro di Gianluigi Nuzzi intitolato “Sua santità - Le carte segrete di Benedetto XVI” (352 pagine, 16,00 euro).
Edito da Chiarelettere, parte da un presupposto: finora nessuno era riuscito ad accedere alla stanza del papa e ad esaminare le sue carte riservate. Centinaia di documenti che svelano la quotidiana precarietà della Chiesa, tra “affari assai poco trasparenti e congiure di palazzo”.
Il giornalista racconta, grazie alle carte fornite da una fonte segreta, “Maria”, le storie, i personaggi ed i travagli che si animano oltre il fiume Tevere e che necessariamente si riflettono sull’Italia e sulla sua politica. Anche su quella del Governo di Mario Monti.
Le lettere di Dino Boffo, l’ex direttore bruciato da veline di palazzo, le missive di Carlo Maria Viganò, che dopo aver fatto risparmiare milioni al Vaticano è costretto alle dimissioni, le donazioni private, le raccomandazioni a Gianni Letta, il problema dell’Ici secondo i rapporti riservati dell’allora presidente Ior Ettore Gotti Tedeschi, il caso Ruby e Silvio Berlusconi (“vittima di una magistratura politicizzata”), i pedinamenti degli 007 vaticani in territorio italiano, le verità sui Legionari di Cristo e la pedofilia in una testimonianza mai resa pubblica, le intemperanze di molti vescovi in ogni parte del mondo. Persino un incontro segreto tra Giorgio Napolitano e Joseph Ratzinger di cui nessuno è a conoscenza.
Nuzzi -autore anche del libro “Vaticano spa” sullo scandalo dello stesso Ior- annoda i fili delle storie, come se fosse davanti ad un giallo. La volontà di chi ha reso disponibili queste carte, rompendo vincoli di segretezza e quindi rischiando di persona, è dare fiato e coraggio a coloro che dentro la Chiesa “non si riconoscono in un’istituzione tesa soprattutto a gestire beneficienze, affari e potere e si battono perché essa sia più vicina al cuore degli uomini e ritrovi l’abbraccio solidale di tutti i fedeli sparsi nel mondo”.