Dalla Liguria al Veneto, ma non ci si dovrebbe stupire se la faccenda si estendesse ad altre aree in un continuo crescendo. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, pare che la denuncia del “Fatto quotidiano” sulle lettere civetta avesse davvero delle fondamenta. In sostanza, alcuni dipendenti di Poste italiane conoscevano i recapiti di chi, per conto della ditta incaricata di controllare la qualità del servizio, ossia la Izi, faceva da ricevente per le missive. Una volta noti i nomi, la loro corrispondenza avrebbe avuto la priorità su tutto il resto per influire nelle tempistiche. Francesco Margiocco de “Il secolo XIX”, ad esempio, ha parlato di “imbarazzanti licenziamenti. Nell’attesa che la Magistratura si pronunci, i presunti artefici di quella truffa sono stati «sospesi a tempo indeterminato» (un eufemismo usato dai vertici aziendali per non pronunciare la parola licenziati) dal grande gruppo postale e bancario italiano. Una quarantina le persone coinvolte in tutta Italia”. “Per ora -ha dettagliato su «La tribuna di Treviso» Andrea Passerini- c’è l’indagine interna di Poste, ma c’è anche un’inchiesta penale della Procura di Roma, attivatasi dopo aver ricevuto diversi esposti”. Sollecitato dai giornalisti, l’amministratore delegato, Francesco Caio, ha ammesso che il problema sussiste. “La Magistratura -ha detto secondo «Online news-» sta facendo la sua inchiesta, noi siamo un’azienda nazionale e la nostra indagine, ovviamente, riguarda tutto il territorio». Quanto si sta delineando -ha aggiunto- si inserisce «in un piano di cambiamento e di trasformazione che noi abbiamo avvalorato già dalla fine del 2014 e che prevedeva e prevede un fortissimo orientamento al cliente/cittadino in tutti i suoi processi, a partire da quello del recapito della posta»”. Precisando che sono “emersi comportamenti non in linea con le procedure aziendali e perciò abbiamo attivato ulteriori accertamenti che si stanno concludendo”. “Un gigantesco imbroglio”, annota di nuovo, tramite Daniele Martini, “Il fatto quotidiano”. Secondo le informazioni ufficiali di fonte interna, per ora esso coinvolge circa duecento dirigenti. Più cauto il sindacato Slp-Cisl. Il segretario generale, Mario Petitto, parla di “centinaia, se non di migliaia, di contestazioni disciplinari inviate ad ignari lavoratori”. “Determinate da una indagine approssimativa e confusa che ha mischiato, in modo improprio, la ricerca di eventuali alterazioni nella consegna delle lettere «test» a destinatari sensibili con normali procedure di verifiche e controlli aziendali”.
Lettere civetta, scoppiato il “bubbone”
19 Feb 2016 17:27 - NEWSPAPERS, MAGAZINES AND SITES
In cronaca i casi locali, dalla Liguria al Veneto. Intanto, l’amministratore delegato di Poste italiane, Francesco Caio, ammette “comportamenti non in linea con le procedure aziendali”