“Non avevano molto in comune tra loro” -esordisce il curatore, Francesco De Nicola- eppure hanno intrattenuto un rapporto epistolare articolato, ora ripreso della raccolta “«Amor di poesia» - Lettere (1940-1966)”.
Uno dei due interlocutori si chiamava Angelo Barile, nato nel 1888 in riva al mare ad Albissola Capo, di famiglia borghese. Era “un piccolo imprenditore e uomo politico importante nella Dc savonese”. L’altro, Gherardo Del Colle (all’anagrafe Paolo Repetto), proveniva da un ambiente rurale dell’appennino e nel 1942, ventiduenne, diventò francescano, insegnando ai confratelli e assistendo i malati. Al di là dalle rilevanti differenze anagrafiche e sociali, i due corrispondenti condividevano “un qualcosa che li aveva avvicinati e li aveva uniti in un’amicizia che proprio queste lettere dimostrano quanto fosse saldo e profondo”: l’interesse per la poesia. Barile era già un artista noto, mentre Del Colle è stato riscoperto di recente.
Il saggio, edito da De Ferrari (112 pagine, 12,00 euro), è costituito da settantasette epistole, diciotto delle quali provenienti dal frate. Non è completo -ammette il curatore- “perché risulta dal contesto che altre loro missive sono andate perdute”, cui vanno aggiunti i frequenti incontri e persino le telefonate. In ogni caso, rimane “un rapporto profondo tra due persone divenute presto quasi necessarie l’una all’altra”. Può essere letto, oltre che come scambio di valutazioni estetiche, consigli di letture e notizie sul mondo letterario italiano, come un autentico specchio di vita, di comportamenti, di sentimenti, di modi di vivere che si estendono per circa un quarto di secolo.
Ogni documento, pur non riprodotto nella versione originale (fa eccezione quanto presente sulla copertina), è descritto anche dal punto di vista tecnico, ad esempio “cartolina postale manoscritta”, “lettera dattiloscritta su due facciate, con i saluti finali manoscritti”, “biglietto manoscritto”, “lettera manoscritta su due facciate, sulla prima delle quali compare un bollo circolare in nero della censura che racchiude il numero 24”.